Che succede al dollaro? Quotazione ai minimi da due anni, ora vale 0,89 franchi

Matteo Casari

14/04/2023

20/04/2023 - 08:36

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A causa del rallentamento dell’inflazione in USA e del rallentamento dell’economia, il biglietto verde sta perdendo terreno nei confronti delle altre valute.

Che succede al dollaro? Quotazione ai minimi da due anni, ora vale 0,89 franchi

Da qualche settimana il dollaro USA si sta muovendo in una sola direzione: verso il basso. Il biglietto verde sta vedendo peggiorare costantemente la propria quotazione nei confronti delle altre valute, avvicinandosi al record negativo di gennaio 2015, quando è stato abolito il tasso di cambio minimo con l’euro. Allora un dollaro costava 86 centesimi.
Venerdì mattina, il cambio corrispondeva a 0,8878 franchi svizzeri. Ciò significa una perdita di circa il 4% dall’inizio dell’anno.

Debolezza del dollaro o forza del franco?

La coppia dollaro-franco è scambiata a un livello che non si vedeva dall’inizio del 2021. A titolo di confronto, a novembre 2022 la principale valuta mondiale era ancora scambiata a un tasso di poco superiore a un franco. Nel frattempo, la quotazione euro/franco ha un andamento equilibrato a 0,9823.
Il franco svizzero è noto per essere un porto sicuro nei momenti di incertezza economica. Ma questa volta non è un “merito” della valuta elvetica a causare questo distacco con il dollaro. Al momento, si tratta più di un caso di debolezza della valuta americana, la quale infatti sta perdendo anche nei confronti dell’euro. Ciò si spiega con il fatto che di recente una serie di dati macroeconomici statunitensi si sono rivelati peggiori del previsto, un conseguente segnale di un’economia in rallentamento.

Perdita di distacco anche dall’euro

Per contro, l’euro si è comportato relativamente bene nei confronti della valuta elvetica, attualmente scambiato a 0,9830. Dopo lo scivolone dell’estate scorsa, la moneta unica non ha praticamente più perso valore quest’anno.
Venerdì, anche l’euro ha continuato a rafforzarsi nei confronti del biglietto verde, raggiungendo il livello più alto da oltre un anno. In mattinata, è salito a tratti a 1,1076 dollari: si tratta del livello più alto dall’inizio dell’aprile 2022. A mezzogiorno, la valuta europea costava poco meno di 1,1050 dollari, mentre all’inizio della settimana, si trovava appena sopra 1,09.

Il calo dell’inflazione

Inoltre, a differenza dell’eurozona, l’inflazione negli USA ha già registrato un chiaro rallentamento. A marzo, l’inflazione oltreoceano si attestava al 5%. A causa di questo calo e dell’indebolimento dell’economia, gli investitori sono sempre più convinti che la Federal Reserve non inasprirà ulteriormente la propria politica monetaria, o comunque agirà in maniera più leggera. Di conseguenza, le aspettative di rialzo dei tassi diminuiscono e il dollaro perde valore.
Nell’eurozona, invece, i prezzi sono aumentati del 6,9% a marzo e del 7,4% in Germania. In Svizzera, l’inflazione è relativamente bassa, pari al 2,9%. Ma è ancora chiaramente al di sopra dell’obiettivo della Banca Nazionale Svizzera (BNS) di un massimo del 2,0%.

È la fine del ciclo dei tassi d’interesse in USA?

Mentre per gli Stati Uniti si prospettano già i primi tagli dei tassi d’interesse, gli operatori di mercato in Europa e anche in Svizzera si aspettano una politica monetaria ancora restrittiva. La BNS dovrebbe aumentare il tasso d’interesse di riferimento di altri 50 punti base nella prossima sessione di giugno. Anche nel Vecchio Continente il ciclo dei tassi di interesse non sembra essere ancora terminato. Il Presidente della BCE Christine Lagarde ha definito la pressione inflazionistica di fondo ancora troppo elevata.

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