Il Pil dell’eurozona cresce a rilento, +0,1% nel primo trimestre. Cosa farà ora la Bce?

Matteo Casari

28/04/2023

28/04/2023 - 16:42

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La crescita economica dei Paesi che adottano la moneta unica è risultata di poco inferiore alle attese. L’aumento del Pil su base annua si piazza all’1,3%.

Il Pil dell'eurozona cresce a rilento, +0,1% nel primo trimestre. Cosa farà ora la Bce?

Il prodotto interno lordo (Pil) dell’eurozona è cresciuto dello 0,1% nel primo trimestre, mancando di poco le previsioni di una crescita dello 0,2%. Di conseguenza, l’aumento annuale dell’1,3% è stato inferiore alle aspettative dell’1,4%. Sebbene il blocco dei 27 abbia evitato la tanta temuta recessione, la ripresa economica continuerà a essere influenzata dalla stretta monetaria, con la Banca centrale europea (Bce) che dovrebbe aumentare i tassi di almeno 25 punti base la prossima settimana.

Risultati inferiori alle previsioni

Secondo i dati preliminari di venerdì, l’economia della zona euro è cresciuta di un marginale 0,1% nel primo trimestre dell’anno. Il dato è risultato inferiore alle aspettative degli analisti, che in un sondaggio di Reuters avevano previsto una crescita trimestrale dello 0,2%. L’economia si è espansa dell’1,3% su base annua, avvicinandosi alla stima dell’1,4%.
All’inizio del mese, l’istituto di statistica Eurostat aveva rivisto al ribasso le stime del Pil del quarto trimestre 2022 per l’eurozona, portandole da un aumento dello 0,1% a zero, dopo un incremento dello 0,4% nel terzo.

Effetti a lungo termine della crisi energetica

Il leggero segnale di crescita in questa prima parte dell’anno arriva mentre la ripresa economica deve fare i conti con un’inflazione persistentemente alta. I prezzi dell’energia sono stati un fattore determinante nell’ultimo anno, in quanto i consumatori del Vecchio Continente hanno progressivamente perso l’accesso alle forniture russe in seguito all’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte di Mosca.
Il seguente calo dei prezzi dell’energia all’ingrosso, il clima più caldo del previsto e gli incentivi fiscali hanno aiutato poi i cittadini a evitare parzialmente la temuta crisi energetica durante l’inverno. Tuttavia, sono state rilevate notevoli disparità tra i singoli Paesi, con la crescita futura sarà influenzata dal continuo scontro tra lo slancio positivo dell’industria e l’aumento dei salari da un lato, e la stretta monetaria della Bce e i rischi di recessione degli Stati Uniti dall’altro.

La Germania ristagna, l’Italia in ripresa

Le principali economie europee hanno registrato risultati diversi nei primi tre mesi del 2023, come hanno mostrato i dati nazionali di venerdì, anche se per la maggior parte hanno segnato un andamento migliore di quello dell’eurozona nel suo complesso.
La Germania, principale motore trainante del’Unione, ha ristagnato nel periodo gennaio-marzo, non registrando alcuna variazione rispetto al trimestre precedente, L’Italia ha invece segnato una crescita dello 0,5%, risultando tra i Paesi membri più in ripresa. Anche il Pil francese è aumentato dello 0,2% nel primo trimestre, nonostante i numerosi scioperi per protestare contro le riforme pensionistiche previste dal Presidente Emmanuel Macron.
La maggior crescita è stata registrata dal Portogallo (+1,6%), mentre il Pil irlandese è stato il punto più debole, con un calo del 2,7% rispetto agli ultimi tre mesi del 2022.

La corsa dei tassi non si ferma?

I dati del Pil saranno tenuti d’occhio in vista della prossima riunione della Bce del 4 maggio, che cercherà di contrastare l’inflazione complessiva del 6,9% e l’inflazione di fondo al livello record del 5,7%.
Come riportato da Cnbc, alcuni responsabili delle politiche della Bce hanno sottolineato che il rallentamento della corsa dei tassi d’interesse sia ancora lontano, in quanto stanno valutando un aumento di 25 o addirittura di 50 punti base la prossima settimana. Il crollo di marzo di diversi istituti di credito negli Stati Uniti e in Europa e le conseguenti turbolenze nel settore bancario avevano fatto sorgere il dubbio che le banche centrali potessero rallentare gli aumenti dei tassi.
La Bce ha recentemente aumentato i suoi tre tassi di interesse di riferimento di 50 punti base a marzo, portando il tasso principale al 3%. Le tensioni sul fronte europeo si sono comunque calmate e i funzionari hanno sottolineato la solidità del settore bancario, anche se rimane l’ombra della fuga dei depositi e la possibilità di una nuova volatilità.

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