Nord Stream 1 riprende i flussi verso l’Europa. Ad Amsterdam scende il gas, giù del 6,5%

Chiara De Carli

21 Luglio 2022 - 09:18

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Non se lo aspettava nessuno eppure le forniture di gas verso l’Europa sono riprese. Quale strategia sta adottando la Russia?

Nord Stream 1 riprende i flussi verso l'Europa. Ad Amsterdam scende il gas, giù del 6,5%

Dopo un periodo di manutenzione di 10 giorni, la Russia ha ripreso a fornire gas attraverso Nord Stream 1, ma a capacità ridotta. Lo ha riferito al telefono un operatore del gasdotto più grande d’Europa a Reuters. A cui ha fatto seguito una nota diffusa dalla stessa società in cui si legge: “Stiamo riprendendo il trasporto del gas. Potrebbero essere necessarie alcune ore per raggiungere i volumi di trasporto nominati”.
Le forniture riprendono dopo che mercoledì Sergei Lavrov, ministro degli esteri russo, ha commentato all’agenzia di stampa statale RIA Novosti che gli obiettivi di Mosca ora si sono ampliati e che vanno oltre il Donbas. Una mossa dunque che sembra essere stata fatta per calmare gli animi in Occidente, tentando di incrinare il rapporto con Kiev, limitando la distribuzione di armi ad ampio raggio.

Sospiro di sollievo in Europa

La notizia porta un po’ di sollievo in Europa, in preda a una corsa contro il tempo per immagazzinare più gas possibile prima dell’arrivo dell’inverno.
Stando a quanto riferito, le forniture del gasdotto saranno ripristinate al 40% della capacità. Ciò significa che tornerà allo stesso livello registrato prima della manutenzione.

Accumulare più gas possibile

Una situazione che si protrae da mesi e Bruxelles ha deciso di fronteggiarla riempiendo il più possibile gli impianti di stoccaggio: almeno al 90% della loro capacità. Qualora, invece, non si riuscisse a raggiungere tale soglia, l’inverno in Europa sarà difficile perché la quantità di gas accumulato e ricevuto da fonti non russe non potrà garantire riscaldamento e luce di abitazioni e imprese durante il periodo più freddo dell’anno.

Piano per l’inverno

Per questo l’Europa si sta preparando al peggio. Mosca non lascia dormire sonni tranquilli, ecco perché ieri la presidente dell’Unione europea, Ursula von der Leyen, ha dato notizia dell’attuazione di un piano di emergenza che prevede la riduzione dell’utilizzo di gas del 15% fino a marzo dell’anno prossimo. Nel suo discorso von der Leyen ha usato parole forti: «La Russia ci sta ricattando. Sta usando l’energia come arma».
Questa mattina, all’apertura del mercato, le contrattazioni sul gas ad Amsterdam sono scese del 6,5% a 149 euro. Il ritorno delle forniture ha sorpreso molti dai commercianti, ai politici.

La fiducia scarseggia

Nonostante la buona notizia, la fiducia riposta in mano di Mosca è davvero poca. Il presidente russo infatti ha già avvisato che i flussi sono destinati a scendere al 20%, già la prossima settimana. Stando a quanto ha detto, una delle due turbine attualmente in funzione in una stazione di compressione in Russia, dovrà essere posta sotto manutenzione proprio questo mese. Secondo Putin, solo l’arrivo puntuale di un componente sostitutivo inviato dal Canada, in ritardo per via delle sanzioni, consentirebbe di velocizzare l’operazione.

Mossa a favore della Russia

Diversi esperti sostengono che la ripresa dell’invio di flussi all’Europa, seppur a livelli limitati, è a favore della Russia. Così facendo il Cremlino raccoglie immensi profitti dai prezzi gonfiati e continua a esercitare la sua influenza per aumentare la volatilità.

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