Energia: per l’Aie è crisi globale. L’Ue corre ai ripari, la Svizzera pensa a strategie per l’inverno

Chiara De Carli

20/07/2022

20/07/2022 - 16:46

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L’Agenzia internazionale dell’energia ha diffuso oggi l’Electricity Market Report dal quale si evince una domanda in calo, ma una crisi globale ormai alle porte. Nel frattempo l’Ue firma un "Piano per salvare l’inverno", in Svizzera si pensa a come risparmiare l’elettricità.

Energia: per l'Aie è crisi globale. L'Ue corre ai ripari, la Svizzera pensa a strategie per l'inverno

«Il mondo è nel mezzo della prima vera crisi energetica globale, innescata dall’invasione russa dell’Ucraina, e il settore elettrico è uno dei più gravemente colpiti» lo ha affermato Keisuke Sadamori, direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) per i mercati energetici e la sicurezza nell’Electricity Market Report. «I governi devono ricorrere a misure di emergenza per affrontare le sfide immediate, ma devono anche concentrarsi sull’accelerazione degli investimenti nelle transizioni energetiche pulite come risposta più efficace e duratura alla crisi attuale».

Domanda in rallentamento

Secondo l’ultimo rapporto diffuso oggi dall’Aie, la crescita della domanda mondiale di elettricità sta rallentando drasticamente nel 2022 rispetto alla forte ripresa verificatasi l’anno precedente. Questo è dovuto all’indebolimento della crescita economica e dai prezzi dell’energia schizzati alle stelle in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.
Per quest’anno tuttavia si assisterà ancora a un aumento della domanda globale del 2,4%, a fronte di un aumento del 6% registrato lo scorso anno. Ciò significa che il tasso di crescita medio torna in linea con quello registrato nei cinque anni antecedenti la pandemia di Covid-19.

Aumenta l’energia rinnovabile

Stando alle valutazioni dell’Aie, la capacità globale di produzione di energia rinnovabile è destinata a crescere del 10% nel 2022, sostituendo parte della produzione dei combustibili fossili. Sul fronte delle centrali nucleari, in dismissione in diversi Paesi come Francia e Svizzera, la produzione di energia è in calo del 3%, nonostante sia previsto un aumento del 7% per la produzione a basse emissioni di carbonio. Ne deriva che la produzione totale basata sui combustibili fossili scenderà di un punto percentuale, con conseguente lieve diminuzione delle emissioni globali di anidride carbonica (CO2) da parte del settore elettrico.

Prezzi alle stelle

Sul versante prezzi, nella prima metà dell’anno il gas naturale costava ben quattro volte in più rispetto al 2021. Triplicato il prezzo del carbone, più che triplicati quelli dell’energia all’ingrosso. Costi simili non si vedevano almeno dal 2016.
In questo scenario si evince come diversi stati, tra cui la Germania, stiano ricorrendo alle vecchie e super inquinanti centrali a carbone per sopperire alla penuria di gas. Implicando la revoca delle restrizioni precedentemente imposte sul suo utilizzo. È facile comprendere dunque come nei mesi a venire l’uso del carbone tornerà in voga, aumentandone la domanda a livello globale. Per fortuna il fenomeno dovrebbe rimanere contenuto: per la sua importazione l’Europa è legata a Cina e Stati Uniti. Nel primo caso, la produzione è altamente contratta per via della transizione energetica in corso, mentre nel secondo caso l’offerta del materiale fossile è soggetta a stretti vincoli.

In Europa si procede verso il risparmio

L’Europa, dal canto suo, la principale vittima di questa “guerra del gas” avanza un "Piano per salvare l’inverno", una notizia che arriva in seguito al monito lanciato dall’Aie un paio di giorni fa. I Paesi dell’Unione (Ue) dovrebbero ridurre la domanda del 15% tra agosto 2022 e il 31 marzo 2023.
«In caso di interruzione - ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen - chiediamo ai paesi di ridurre del 15% i consumi di gas, che equivale al 45 miliardi di metri cubi di gas e con questa riduzione potremo superare in sicurezza l’inverno anche in caso di interruzione completa di approvvigionamento di gas russi».
«La Russia ci sta ricattando sul gas ma l’Europa è preparata. Dobbiamo prepararci ad una interruzione integrale del gas russo. È uno scenario probabile, che andrebbe ad avere un impatto su tutta l’Unione».
La questione rimbalza agli Stati membri, ciascuno con mix energetici differenti. Dovranno decidere come andare avanti e quali politiche adottare. Per quanto riguarda il tetto sul prezzo del combustibile, si legge nella nota, «Il Consiglio europeo ha incaricato la Commissione di studiare un tetto massimo di prezzo per il gas importato e quel lavoro è in corso. Stiamo esaminando diversi modelli e modi in cui un limite di prezzo potrebbe funzionare in una situazione di interruzione del gas o in situazioni di emergenza».

In Svizzera sarà un inverno difficile

Stéphane Genoud, professore di management dell’energia alla Scuola universitaria della Svizzera occidentale ha parlato oggi alla radio RTS di una situazione critica sul fronte dell’elettricità. «È probabile che questo inverno ci confronteremo con una penuria». E avverte le aziende: devono prepararsi a cali stimati tra il 30 e il 50% delle forniture.
Concretamente saranno presi di mira i consumi, razionandone i volumi in base alle indicazioni. Ciascun imprenditore dunque sarà chiamato a fare delle scelte: quale macchinario utilizzare e quale tenere spento. Se le misure adottate non basteranno per risparmiare, nella peggiore delle ipotesi, si assisterà a sospensioni vere e proprie della corrente con interruzioni della durata di 4 ore o più.

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