Crisi energetica: il Consiglio federale chiede una riserva idroelettrica

Chiara De Carli

16/02/2022

17/02/2022 - 17:30

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Complice l’aumento dei prezzi di prodotti energetici, l’Esecutivo spinge verso una decisione necessaria. La costruzione della riserva rappresenta una misura preventiva per situazioni imprevedibili.

Crisi energetica: il Consiglio federale chiede una riserva idroelettrica

Il rincaro energetico si fa sentire anche in Svizzera e il Consiglio federale corre ai ripari. L’ipotesi dell’istituzione di una riserva idroelettrica a partire già dal prossimo inverno diventa sempre più concreta.

Nella seduta del Consiglio del 16 febbraio, l’Esecutivo ha deciso di voler rafforzare una serie di misure per garantire l’approvvigionamento di energia elettrica, senza tuttavia ripercorrere la strada del nucleare. Nella giornata odierna, la consigliera federale Simonetta Sommaruga ha presentato alcune soluzioni per far fronte ai picchi di carico. Durante la conferenza stampa è intervenuta sostenendo che «La sicurezza dell’approvvigionamento elettrico ha la massima priorità» e affermando come queste misure rappresentano delle precauzioni per situazioni imprevedibili, a cui si spera di non dover mai ricorrere. Con un’adeguata infrastruttura «saremo meno dipendenti dalle importazioni e dagli umori del mercato», ha poi precisato.

I rischi per la Svizzera, in relazione all’importazione di energia elettrica, potrebbero accentuarsi ancor di più a partire dal 2025, poiché ancora manca un concreto accordo con l’UE. Una condizione aggravata con lo smantellamento delle centrali nucleari e "nello scenario peggiore con l’arresto simultaneo di diverse grandi centrali elettriche in Svizzera e all’estero, per diverse ore in inverno potrebbero verificarsi difficoltà di approvvigionamento", riporta il comunicato diffuso dal governo.

Riserva energetica entro il prossimo inverno

Il Consiglio federale opta dunque per una riserva di energia idroelettrica, unita a centrali di riserva per fronteggiare situazioni eccezionali. E l’incarico per la loro costruzione è stato conferito al Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC). Le centrali saranno necessarie in caso di situazioni straordinarie e dovranno operare nel rispetto del clima. Al vaglio anche misure per aumentare l’efficientamento energetico.

Il Consiglio federale ha considerato il piano elaborato dalla Commissione federale dell’energia elettrica (ElCom) per fronteggiare i picchi di carico con centrali a gas, insieme all’analisi dell’Ufficio federale dell’energia, relativa a misure di incremento dell’efficienza elettrica attuabili nel breve termine; rapporti risalenti alle sedute del 18 giugno e del 13 ottobre 2021, richiesti con l’intento di valutare i potenziali di incremento dell’energia elettrica sfruttabili entro il 2025. Una corsa ai ripari da eventuali rischi di mancanza di energia nei prossimi anni.

La direzione presa del Consiglio federale mira a creare una riserva di energia idroelettrica per l’inverno 2022/2023. Nella nota diffusa si legge infatti che “i gestori delle centrali di accumulazione trattengano, dietro pagamento di un’indennità, una certa quantità di energia che può essere richiamata quando necessario. Inoltre, la riserva di energia idroelettrica dovrà essere introdotta tramite ordinanza, che sarà successivamente sostituita dalle norme previste nell’attuale revisione della legge sull’approvvigionamento elettrico”.

Centrale idroelettrica a zero emissioni

Stando alla decisione del Consiglio federale, il DATEC inizierà i lavori preparatori per una gara d’appalto per le centrali di riserva, includendo la decisione riguardante il dimensionamento e relativa ubicazione. In questo processo considerate infrastrutture esistenti e in attività, che saranno poi approvate sulla base della legislazione cantonale e dei piani regolatori comunali. L’impegno del DATEC non termina qui. Entro fine giugno 2022, dovrà elaborare una serie di disposizioni di legge da sottoporre al Parlamento nell’ambito della revisione in corso della legge sull’approvvigionamento elettrico. Con lo scopo di assicurare un esercizio climaticamente neutro delle centrali a gas, utilizzando ad esempio di combustibili a emissioni nette di CO2 pari a zero o attraverso misure di compensazione. Il DATEC infine disciplinerà il coordinamento delle due riserve, i cui costi saranno a carico dei consumatori finali.

Quanto costeranno?

Il piano dell’ElCom ipotizza una costruzione scaglionata di due o tre centrali a gas con una potenza complessiva fino a 1000 megawatt (MW). Le centrali a gas dovranno integrare la riserva di energia idroelettrica e “potranno essere utilizzate solo in situazioni eccezionali e solo se il mercato dell’energia elettrica non sarà in grado di soddisfare temporaneamente la domanda, e non dovranno provocare distorsioni di mercato”.ne
Secondo ElCom, il costo delle centrali si attesterebbe fino a un massimo di circa 700-900 milioni di franchi. Potrebbero diminuire nel caso in cui verranno utilizzate strutture e infrastrutture esistenti: “Ammonterebbero a 6 milioni di franchi all’anno; i costi del combustibile compresi tra 138 mila e 243 mila franchi per gigawattora (GWh) prodotto, qualora le centrali a gas venissero effettivamente utilizzate”.

Le altre soluzioni messe al vaglio dal Consiglio federale, per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico, potrebbero trovare risposta nell’aumento degli incentivi per la sostituzione dei riscaldamenti elettrici oppure in vincoli per l’illuminazione degli edifici a uso commerciale e industriali. Ipotesi che per ora rimangono ancora da concretizzare con i Cantoni.

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