Lavoro in Svizzera: crescono le ricerche per tutte le categorie, tranne che per manager e dirigenti

Redazione

06/07/2022

06/07/2022 - 11:59

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Presentati i dati dell’indagine di Adecco Group Swiss Job Market Index, che monitora il mercato del lavoro svizzero in collaborazione con l’Università di Zurigo.

Lavoro in Svizzera: crescono le ricerche per tutte le categorie, tranne che per manager e dirigenti

La buona notizia è che negli ultimi tre trimestri il mercato del lavoro svizzero ha raggiunto altrettanti valori record consecutivi. L’aspetto di rilievo riguarda manager e dirigenti: mentre la maggior parte delle categorie professionali continua a beneficiare della ripresa economica, questi sono gli unici profili che non hanno subito particolari cambiamenti rispetto al primo semestre del 2021. A rilevarlo è l’indagine di Adecco Group Swiss Job Market Index, che monitora il mercato del lavoro svizzero in collaborazione con l’Università di Zurigo.

Crescita costante

A partire dal primo trimestre del 2021, il mercato del lavoro svizzero ha infranto un record dopo l’altro. Ora la crescita del mercato del lavoro sta subendo una brusca frenata, fermandosi a un livello mai così alto. Rispetto al trimestre precedente (il 1° del 2022), l’indice ha rilevato un leggero calo dello 0,7%, mentre in confronto a un anno fa (il 2° trimestre del 2021) gli annunci di lavoro sono aumentati del 24%.
Il rallentamento del mercato del lavoro sembra essere frutto dei cambiamenti subiti dal mondo economico, come conferma il barometro congiunturale KOF che prevede un rallentamento congiunturale e sottolinea come le prime aziende stiano già rifiutando ordini che richiederebbero un aumento del personale.

L’opinione dell’esperto

Marcel Keller, Country Head Adecco Svizzera, ha commentato: «L’ambiente economico è diventato più incerto per le aziende svizzere. Le difficoltà di approvvigionamento e l’aumento dei prezzi per l’energia fanno impennare i costi della produzione e riducono i margini di guadagno. Il rallentamento congiunturale che si sta delineando su scala globale sembra presagire una diminuzione a breve e medio termine della domanda internazionale di beni svizzeri. Tutti questi fattori implicano una pianificazione del personale più cauta da parte delle aziende rispetto a un paio di mesi fa».

Quadro positivo

Analizzando il mercato del lavoro nelle diverse regioni linguistiche, si profila comunque un quadro positivo in confronto allo stesso trimestre di un anno fa.
Sia la Svizzera tedesca (+28%) che quella latina (+7%) hanno tratto vantaggio dalla ripresa economica in seguito alla pandemia di coronavirus. Nella Svizzera latina gli annunci di lavoro erano tornati ad aumentare già nel 1° trimestre del 2021, mentre in quella tedesca solo nel trimestre successivo. Dall’analisi dello sviluppo delle 14 categorie professionali tra i semestri inaugurali di 2021 e 2022 risulta una tendenza generalmente positiva. Nella maggior parte delle categorie gli annunci di lavoro sono in netto aumento, a eccezione di quella relativa a manager e dirigenti.

I ruoli più ricercati

La categoria professionale che ha fatto segnare i progressi maggiori è la stessa che più ha sofferto le
restrizioni dovute al coronavirus: il personale qualificato Gastronomia e vendite (che include il personale di servizio, cuochi e cuoche e il personale di vendita). Con il 91% in più di annunci di lavoro rispetto al primo semestre del 2021, è la categoria professionale che ha fatto registrare la crescita più alta. Dopo aver raggiunto il minimo storico dal 2014 (primo anno dell’indice) nella prima metà del 2021 a causa delle ripetute misure legate alla pandemia, il numero di annunci di lavoro si è impennato nel secondo semestre dello stesso anno. In quello attuale, che ha visto tutte le restrizioni in Svizzera abrogate a partire da febbraio del 2022, il valore dell’indice ha raggiunto un nuovo record, superando il valore massimo precrisi (1° semestre del 2019) del 38%.

Bene anche gli impiegati

Anche il personale qualificato che lavora negli Uffici, che racchiude, tra l’altro, i lavoratori e le lavoratrici del settore turistico e gli impiegati e le impiegate di ufficio generali e a contatto con i clienti, è stato colpito duramente dalla crisi dovuta alla pandemia. Durante la seconda metà del 2020 la categoria ha infranto un record negativo per posizioni aperte. Il netto declino del 2020 a prima vista potrebbe sorprendere, poiché misure come l’home office o le regole di distanziamento sono relativamente facili da applicare per la maggior parte di queste professioni. Tuttavia, molte aziende hanno sospeso le assunzioni in questo periodo e anche il personale qualificato Uffici è stato interessato da questo trend. Inoltre, molti posti di lavoro destinati a questa categoria fanno parte di settori la cui attività economica è stata limitata in grande misura dalle restrizioni legate alla pandemia (ad es. il turismo).

Servizi alla persona

Rispetto al primo semestre del 2021, il numero di annunci di lavoro per il personale qualificato Servizi alla persona, in cui rientrano parrucchieri/e, controllori/e, personale di assistenza sanitaria e sociale e custodi, ha subito un incremento del 68%. Se paragonato a quello del personale qualificato Uffici e Gastronomia e vendite, il crollo dovuto al coronavirus è stato di gran lunga meno marcato per la categoria in oggetto. Il valore minimo rilevato durante la pandemia, nella prima metà del 2021, era inferiore solo del 4% in confronto al primo semestre del 2019, prima della crisi. Nella seconda parte del 2021 il numero di annunci di lavoro è tornato a crescere rapidamente fino ad attestarsi, in questo semestre, su un valore record del 62% superiore al livello pre-crisi.

Programmatori e IT

Per le professioni post laurea Informatica, che includono sviluppatori di software o specialisti di banche dati, il punto più basso in relazione alla pandemia è stato toccato nella seconda metà del 2020. La categoria si è ripresa relativamente in fretta nel semestre successivo (il 1° del 2021), tornando al livello pre-crisi.

I meno richiesti: manager e dirigenti

Manager e dirigenti sono l’unica categoria professionale che non ha vissuto particolari cambiamenti.
Nella prima parte del 2020, gli annunci di lavoro sono diminuiti del 20% in confronto al periodo pre-crisi (1° semestre del 2019). Da allora il valore dell’indice per manager e dirigenti è rimasto relativamente basso. «Al contrario delle altre categorie professionali - ha spiegato Marcel Keller - manager e dirigenti non stanno vivendo un aumento in termini di domanda dallo scoppio della pandemia. Gli effetti del recupero dalla pandemia hanno comportato una crescita rapidissima della domanda internazionale e nazionale nell’ultimo anno. Molte aziende stanno ancora affrontando la sfida di soddisfare tempestivamente l’elevata domanda. Per farlo, occorre prima ampliare l’organico. Senza il personale necessario alla base, come cuochi e cuoche, operai e operaie oppure il personale di ufficio, le aziende non sarebbero in grado di proseguire la propria attività operativa. Pertanto, la ricerca di manager e dirigenti passa in secondo piano».

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