La pandemia sta costando 800 Miliardi di Dollari alle lavoratrici

Gabriele Stentella

30 Aprile 2021 - 12:21

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Secondo recenti stime, le donne starebbero pagando a caro prezzo la pandemia. Nel 2020 il reddito non percepito dalle lavoratrici è stato pari a circa 800 Miliardi di Dollari a livello mondiale.

La pandemia di COVID-19 sta avendo un effetto negativo su molte categorie di professionali, ma a pagarne il prezzo più alto sarebbe ancora una volta le donne.

In tutto il mondo si stanno rafforzando le disparità di genere in ambito salariale e occupazionale, che in alcune realtà economiche erano molto forti anche prima della crisi pandemica.

Stando alle stime di Oxfam, l’ammontare a livello mondiale del reddito non percepito dalle lavoratrici sarebbe pari a 800 Miliardi di Dollari.

Donne e COVID: meno reddito e più disoccupazione nel 2020

Nel corso del 2020 si è registrata un’emorragia reddituale e occupazionale che ha colpito con maggior forza le donne. Nel mondo le lavoratrici rimaste senza lavoro sono state circa 64 Milioni, con una crescita del 5% rispetto al 2019. Il dato relativo l’aumento delle disoccupazione maschile non arriva al 4%.

Questa disparità è anche attribuibile alla grande concentrazione di impiego femminile in alcuni comparti particolarmente colpiti dalle misure anti-COVID.

Ma la disoccupazione non è il solo problema che affligge le lavoratrici. Infatti molte delle donne che sono riuscite, nonostante la crisi, a mantenere il proprio posto di lavoro, hanno assistito alla graduale riduzione del proprio salario.

Se non ci fosse stata la pandemia, i guadagni salariali delle lavoratrici di tutto il mondo sarebbero stati superiori di 800 Miliardi di Dollari .

Il fenomeno della riduzione salariale segue di pari passo quello della riduzione oraria, elemento che concorre a determinare un indicatore molto importante per stimare le diseguaglianze di genere: stiamo parlando del Gender Pay Gap, vale a dire il Divario Retributivo di Genere.

Come si stima il Gender Pay Gap?

Il Gender Pay Gap in forma aggiustata è la somma di tre differenti indicatori di diseguaglianza:

  • Gender Employment Gap: misura il divario occupazionale tra donne e uomini. Si ottiene dividendo il tasso di occupazione femminile per quello maschile.
  • Gender Hourly Gap: misura il divario lavorativo su base oraria tra donne e uomini. Si ottiene dividendo le ore lavorate dalle donne per quelle lavorate dagli uomini.
  • Gender Pay Gap in forma non-aggiustata: misura il divario retributivo tra donne e uomini senza tener però conto degli altri due indicatori. Si ottiene dividendo la retribuzione delle donne per quella degli uomini.

Talvolta si fa confusione tra il Gender Pay Gap in forma non aggiustata e quello in forma aggiustata. Non si tratta affatto di sinonimi, essendo il Gender Pay Gap in forma aggiustata un indicatore che descrive al meglio l’entità delle diseguaglianze tra i due generi.

Divari di genere troppo alti anche pre-COVID

Il calo dell’occupazione e delle ore lavorate dalle donne ha comportato un naturale aumento del Gender Pay Gap mondiale. Bisogna però sottolineare che anche prima della pandemia le stime riguardo il divario di genere non erano buone.

Secondo dati ONU relativi al 2019, nel mondo le donne guadagnavano mediamente il 23% in meno dei colleghi uomini.

La pandemia sta lentamente facendo progredire questo divario, che rischia di compromettere seriamente il percorso incominciato da alcuni paesi verso un futuro privo di diseguagliane tra donne e uomini.

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