Cina, ecco come settore immobiliare e difficoltà economiche mettono in crisi Pechino

Chiara De Carli

14/08/2023

14/08/2023 - 11:33

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L’obiettivo di crescita del 5% sembra sempre più lontano.

Cina, ecco come settore immobiliare e difficoltà economiche mettono in crisi Pechino

Le difficoltà dell’economia cinese sono eventi. Gli ultimi dati diffusi sulla richiesta di prestiti bancari a luglio mostrano un crollo delle domande. Neanche a dirlo, a soffrire in di più è il settore immobiliare, ormai inserito in una spirale discendente senza possibilità di uscita. La domanda di richieste di prestiti bancari da parte di famiglie e imprese è diminuito in modo significativo e tra i principali sviluppatori immobiliari a farne le spese è la Country Garden Holdings, uno dei più grandi in termini di fatturato che ha annunciato perdite oltre a 7 miliardi di dollari. Negli ultimi tempi ha avuto problemi a pagare le cedole sulle sue obbligazioni denominate in dollari Usa per una somma complessiva di $22,5 milioni. Secondo Morgan Sachs ammontano a poco meno della metà delle obbligazioni cinesi denominate in valuta statunitense in circolazione.
Solamente il mese scorso, il governo cinese aveva espresso parole di sostegno nei confronti del settore, promettendo di adattare e ottimizzare la politica immobiliare in modo tempestivo. Promesse che per ora non sono state rispettate.

Settimana difficile

Intanto per la Cina questa settimana sarà cruciale. La deflazione viene confermata da un calo dei prezzi al consumo dello 0,3%, alimentando i timori di pressioni deflazionistiche. Crollano poi le esportazioni cinesi del 14,5%, così come la richiesta di prestiti bancari cresce molto lentamente, nonostante il recente tagli dei tassi di interesse. Secondo gli economisti della Reuters, i nuovi prestiti bancari in valuta locale sono precipitati dell’89% a luglio, da giugno a 345,9 miliardi di yuan (circa 47.64 miliardi di dollari) a meno della metà degli 800 miliardi di yuan previsti. Stando all’analisi, il numero di prestiti di luglio corrisponde al più basso dalla fine del 2009.

Obiettivo del 5% sempre più lontano

Martedì sono poi attesi i dati delle vendite al dettaglio che dovrebbero attestarsi in crescita del 4,8%, e del manifatturiero per cui è atteso un rialzo del 4,5%. Se i dati dovessero essere peggiori, la prospettiva di un rallentamento economico sarà chiaro, così sarà altamente probabile che per fine 2023 non sarà raggiunto l’obiettivo di crescita di circa il 5%, nonostante le ripetute promesse di stimoli dichiarate da Pechino e dalla banca centrale.

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