Borse europee: si sta per concludere l’anno peggiore dal 2018

Chiara De Carli

30 Dicembre 2022 - 15:00

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L’indice paneuropeo Stoxx60 ha segnato un calo di oltre il 12% da inizio anno.

Borse europee: si sta per concludere l'anno peggiore dal 2018

Il 2022 è un anno da dimenticare per le piazze finanziarie. Oltre a quella svizzera anche le europee si preparano a concludere 12 mesi difficili contraddistinti dalla guerra in Ucraina, rincaro dei prezzi energetici e aumento dei tassi di interesse. Un anno che ha salutato il denaro a basso costo che favoriva i mercati e la crescita economica, dando il via a un rallentamento della domanda e a una possibile recessione.
L’indice paneuropeo Stoxx60 ha iniziato l’ultimo giorno del 2022 in calo di oltre il 12% da inizio anno. Nel 2018, la sua performance peggiore, quando era scivolato giù del 13,24%. L’italiano FTSE MIB è sceso di oltre il 13%, Il tedesco Dax ha segnato -12%, il francese Cac 40 -10%. Il FTSE 100 di Londra si è mostrato stabile, in perdita solo dello 0,04, principalmente grazie alla forte presenza di società del settore energetico e petrolifero, che hanno beneficiato della situazione critica dell’approvvigionamento in Europa.
Gli scambi di questa mattina vedono il FTSE 100 a Londra in ribasso dello 0,3%, il Cac40 dello 0,6% e il Dax inferiore dello 0,5%. Lo Stoxx600 è sceso dello 0,4%.

Covid difficile da dimenticare

Ripercorrendo questi 12 mesi, le economie di tutto il mondo avevano iniziato l’anno cercando di dimenticare le ripercussioni che la pandemia da Covid-19 aveva portato con sé, con i blocchi nelle fabbriche in Cina e i persistenti colli di bottiglia presenti sulle catene di approvvigionamento. Nel 2021, infatti, i rincari iniziavano già a farsi sentire, ma la Federal Reserve aveva definito il fenomeno come una pressione inflazionistica transitoria.
A febbraio l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha peggiorato una situazione già precaria. Il prezzo del petrolio era schizzato alle stelle nei giorni antecedenti allo scoppio della guerra, poi l’aumento del prezzo del gas e degli alimenti causato anche dalle sanzioni imposte dall’Unione europea (Ue) hanno portato l’inflazione ai massimi pluriennali nelle più importanti economie mondiali.

Aumento dei tassi di interesse

La pressione inflazionistica è stata quindi contrastata con l’aumento del costo del denaro. Ma gli sforzi per sopprimere la domanda pesano sulle tasche dei cittadini, soprattutto nelle economie più vacillanti. Come per esempio quella del Regno Unito che, complice la Brexit, nel 2023 dovrà affrontare la recessione più lunga mai registrata. Recessione che è attesa anche nella zona euro.

Prospettive per il 2023

La guerra in Ucraina non mostra segni di cedimento e la Cina ha deciso di riaprire tutto da un giorno all’altro provocando un’ondata di casi Covid senza pari. Guardando al 2023 non si può sfuggire dunque alla profonda incertezza che porterà con sé: per molti infatti sarà più difficile dell’anno che si sta per concludere.

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