Cassis: "La Confederazione condanna l’attacco in Ucraina". Il video

Redazione

24/02/2022

25/02/2022 - 11:40

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"Il conflitto ha causato la morte di molte persone il primo giorno. Il pensiero del Consiglio federale è rivolto alle famiglie delle vittime ed esprime la sua solidarietà alla popolazione".

Cassis: "La Confederazione condanna l'attacco in Ucraina". Il video

Pubblichiamo integralmente, la dichiarazione del presidente della Confederazione Ignazio Cassis, sugli sviluppi attuali della situazione in Ucraina.

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Oggi è un giorno triste come non si vedeva da molto tempo. Un giorno che non avremmo mai voluto rivedere. È iniziato un conflitto armato sul suolo europeo. Una situazione che, nonostante tutti gli sforzi diplomatici, non poteva essere evitata. L’attuale crisi non riguarda solo la Russia e l’Ucraina. Colpisce tutta l’Europa.

Il Consiglio federale condanna fermamente l’intervento militare russo. Invita la Russia a ritirare immediatamente le sue truppe dal suolo ucraino. Oggi abbiamo convocato al DFAE il rappresentante della Russia in Svizzera per fargli conoscere inequivocabilmente la nostra posizione.

Il Consiglio federale è molto preoccupato per il popolo ucraino. Il conflitto ha causato la morte di molte persone il primo giorno. Il pensiero del Consiglio federale è rivolto alle famiglie delle vittime ed esprime la sua solidarietà alla popolazione.

Invita le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario.
Con il suo intervento militare, la Russia ha violato massicciamente il diritto internazionale. In particolare, la Russia ha violato il divieto dell’uso della forza sancito dal diritto internazionale e il principio dell’integrità territoriale degli Stati.

1. Rispetto del diritto internazionale

Il rispetto del diritto internazionale e della sovranità degli Stati è garanzia di una pacifica convivenza tra le Nazioni. Il nostro continente europeo ha già vissuto in passato troppe guerre che hanno lasciato segnate generazioni. Per questo la Svizzera mette regolarmente la sua neutralità al servizio della diplomazia internazionale per evitare di ricorrere alla soluzione peggiore, il ricorso alle armi, per risolvere i conflitti. Ma neutralità non significa indifferenza.
Il Consiglio federale assume quindi una posizione chiara in vista dell’approccio russo.

2. Sanzioni contro la Russia

Come sapete, ieri l’UE ha emesso sanzioni aggiuntive a causa del riconoscimento da parte della Russia delle cosiddette Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk.
Si tratta di sanzioni finanziarie e di viaggio. Questi sono rivolti a tre banche ea 336 membri della Duma russa, diversi membri del governo e dell’esercito russo e uomini d’affari.
Inoltre, sono state emesse restrizioni commerciali relative a Donetsk e Luhansk. Anche l’accesso al mercato finanziario e dei capitali europeo per il governo russo e la banca centrale è stato limitato.
Dopo l’annessione della Crimea nel 2014, il Consiglio federale ha emesso un’ordinanza per impedire che le sanzioni dell’UE vengano aggirate attraverso la Svizzera. Per ragioni di neutralità, tuttavia, all’epoca la Svizzera non adottò direttamente le sanzioni dell’UE contro la Russia. Il Consiglio federale ha inasprito la sua risposta.
Le sanzioni imposte ieri dall’Ue devono essere integrate in questo regolamento sotto forma di misure antielusione. Le misure individuali vengono inasprite, soprattutto nel settore finanziario.
L’elenco delle persone e delle società sanzionate dall’UE è generalmente adottato. Ciò è di competenza del Dipartimento di Economia, Istruzione e Ricerca (DEFR).

3. La situazione dell’Ambasciata e dei cittadini svizzeri sul posto

Nonostante le crescenti tensioni, la nostra Ambasciata a Kiev è rimasta finora aperta e operativa, fornendo i suoi servizi. Da oggi, l’Ambasciata è pero chiusa fino a nuovo avviso, pur restando sempre raggiungibile telefonicamente. Il nostro personale trasferibile continua a lavorare negli uffici e per ora non viene evacuato. Avrò ancora oggi pomeriggio un contatto personale con loro tramite una video-conferenza. Attualmente, 268 cittadini e cittadine svizzeri sono registrati presso l’Ambasciata di Kiev.

4. L’ordine di pace europeo a una svolta

L’ordine di pace e l’architettura di sicurezza che è stata costruita in Europa negli ultimi decenni sono ora in discussione.
Questo sviluppo negativo è un riflesso della situazione geopolitica, caratterizzata da fronti induriti. La politica di potere sta vivendo una rinascita, il diritto internazionale e gli accordi politici vengono sempre più ignorati o interpretati arbitrariamente. La fiducia reciproca è svanita e l’esercito viene aggiornato.
Nonostante queste tensioni, negli ultimi mesi c’è sempre stata la volontà di dialogare. Dialogo tra USA, Russia e UE, dialogo con la NATO e dialogo in OSCE.
Anche se purtroppo al momento sembra irrealistico: dobbiamo basarci su questa volontà di impegnarci di nuovo nel dialogo. Un ordine di pace stabile per tutti gli stati deve essere l’obiettivo comune a lungo termine.

Tutte le iniziative e le misure che perseguono questo obiettivo sono sostenute dalla Svizzera. Naturalmente, siamo sempre pronti a contribuire come parte dei nostri buoni uffici. E a tutti i livelli politici.

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