Aumentare la felicità dell’umanità. La settimana lavorativa di 4 giorni sarà realtà negli Stati Uniti?

Matteo Casari

15 Marzo 2023 - 09:25

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Il deputato Mark Takano ha sottoposto la proposta di legge al Congresso. Siamo vicini a una svolta nel mondo del lavoro? A che punto siamo in Svizzera?

Aumentare la felicità dell'umanità. La settimana lavorativa di 4 giorni sarà realtà negli Stati Uniti?

Un deputato americano ha avviato una proposta di legge per rendere realtà la settimana lavorativa di 32 ore negli Stati Uniti, una soluzione che avrebbe lo scopo di «aumentare la felicità dell’umanità». Qualora l’iniziativa dovesse passare, questo rappresenterebbe un precedente destinato a influire sulle discussioni sul tema in moltissimi altri Paesi.

Svolta in arrivo?

La settimana lavorativa di quattro giorni è più in voga che mai e un deputato della California vuole renderla legge federale, come riportato da CNBC. Il deputato Mark Takano, che rappresenta il 39° distretto della California, ha reintrodotto al Congresso il suo “32-hour Workweek Act”. Se approvato, l’atto ridurrebbe ufficialmente la definizione standard di settimana lavorativa da 40 ore a 32 ore, modificando il “Fair Labor Standards Act” tuttora in vigore.
La sua proposta imporrebbe la retribuzione degli straordinari per qualsiasi lavoro svolto dopo le 32 ore, il che incoraggerebbe le imprese a pagare di più i lavoratori per le ore extra, oppure ad accorciare la settimana lavorativa e ad assumere più persone. La proposta di legge si applicherebbe ai lavoratori non esenti, che di solito svolgono lavori a ore nei settori del tempo libero e dell’ospitalità, dei trasporti, dell’edilizia e della produzione, oltre che nel commercio all’ingrosso e al dettaglio.

Una proposta respinta in passato

Takano spiega alla CNBC che si tratta di una scelta voluta da gran parte della popolazione: «Le conversazioni serie sulla riduzione della settimana lavorativa avvengono per le professioni dei colletti bianchi. La mia proposta di legge stimolerà la conversazione su come democratizzare questa norma ad altri settori della forza lavoro, in modo che tutti ne traggano beneficio».
Le nuove tutele dei lavoratori potrebbero portare a «un cambiamento significativo che aumenterà la felicità dell’umanità». Il deputato ha presentato per la prima volta la legge al Congresso nel 2021. Nonostante fosse appoggiata dal Congressional Progressive Caucus e diventata molto popolare su internet, alla fine non è riuscita ad avanzare al Congresso.

Migliorare le condizioni di lavoro a 100 anni di distanza

Affermazioni importanti quelle di Takano, che paragona la possibile svolta a quella di un secolo fa, quando è stato concesso ai cittadini il weekend approvando il “Fair Labor Standards Act", che ha stabilito una settimana lavorativa di 40 ore e ha creato altre tutele per i lavoratori. «Questi temi fanno tutti parte del discorso sulla giustizia sociale».
Secondo i sostenitori dell’iniziativa, una settimana più corta spingerebbe le imprese ad assumere più persone, aumenterebbe la partecipazione al mercato del lavoro e creerebbe «una concorrenza più sana sul posto di lavoro, che darebbe ai lavoratori la possibilità di negoziare per ottenere salari e condizioni migliori», si legge in un comunicato del team di Takano.

I critici temono un approccio "uguale per tutti"

Tuttavia, non tutti sono d’accordo con questa proposta rivoluzionaria. Gli scettici si oppongono alla proposta per il suo "approccio unico", scrive Emily M. Dickens, capo del personale e responsabile degli affari governativi della Society for Human Resource Management (SHRM). Dickens spiega che una legge simile potrebbe aggravare la carenza di personale, aumentare il costo del lavoro e rendere la vita più difficile ai professionisti delle risorse umane e alle aziende «che lottano per riprendersi dai giorni peggiori della pandemia».
Ora che la legge sulla settimana lavorativa di 32 ore è tornata al Congresso, Takano afferma che il prossimo passo è far sì che sempre più persone comprendano le argomentazioni a favore, coinvolgere i dirigenti aziendali e i dipendenti che hanno sperimentato gli effetti positivi di una settimana lavorativa più breve, iniziando a ridurre le ansie legate al cambiamento.

La sostenibilità dell’iniziativa in Svizzera

Il tema della settimana lavorativa corta è di forte attualità anche nel nostro Paese. Infatti alcune aziende, specialmente in Svizzera interna, hanno già deciso di optare per questa modalità. Tuttavia, ancora non si è discusso di questo argomento in termini di proposte di legge.
Nel contesto svizzero questa tematica trova, come in molte parti del mondo, sia sostenitori che oppositori, ma c’è chi crede che anche nella Confederazione questa soluzione sia possibile e vantaggiosa per tutti. «I cambiamenti degli accordi lavorativi sono da sempre legati a un rapporto di forza tra datori di lavoro, Stato e impiegati» ha dichiarato a MoneyMag Nicolas Pons-Vignon, professore in Trasformazione del lavoro e innovazione presso il Centro competenze lavoro, welfare e società della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi). «È evidente che ci sono resistenze da tutte le parti. Ma la crescita economica riflette l’aumento della produttività lavorativa: produciamo di più e forniamo gli stessi servizi in meno tempo».

Solo un’utopia nel nostro Paese?

Allo stesso tempo, a causa del particolare scenario economico del nostro Paese, non tutti gli esperti sostengono che i 4 giorni lavorativi siano sostenibili. «In Svizzera bisogna considerare che abbiamo un costo del lavoro estremamente elevato. Introducendo la settimana lavorativa corta, i costi verrebbero ulteriormente alimentati. È un sistema che non può essere adottato senza un’analisi approfondita» ha spiegato a MoneyMag Andrea Gehri, presidente della Camera di Commercio del Cantone Ticino (Cc-Ti).
Flessibilità e conciliazione con la vita privata sono elementi fondamentali delle offerte d’impiego e spesso interessano gli ambienti di lavoro più innovativi. Una prospettiva che però sembra ancora lontana dal contesto svizzero in generale, soprattutto dal Ticino.
«Nel nostro cantone non ci sono ancora esempi virtuosi da poter prendere in considerazione. Sicuramente questa possibilità lavorativa si adatta meglio ad alcuni settori economici piuttosto che ad altri» ha affermato Gehri. «Spesso si cerca di vendere, sbagliando, il concetto che sia possibile lavorare meno a parità di salario o addirittura guadagnando di più; a mio modo di vedere è una pia illusione e non può essere costruttiva sul lungo periodo».

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