PwC: un boom di fusioni e acquisizioni anche nel 2022

Laura Bordoli

28 Gennaio 2022 - 17:23

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L’analisi Global M&A Industry Trends 2022 di PwC indica che, dopo il 2021, il 2022 sarà un anno ancor più eccezionale per le fusioni e acquisizioni.

PwC: un boom di fusioni e acquisizioni anche nel 2022

Dal 2020 al 2021 si è registrato un aumento del 57% del valore e del 24% del volume degli accordi globali e, anche nel 2022, fusioni e acquisizioni in Svizzera rimarranno a livelli alti.
Infatti, l’analisi Global M&A Industry Trends 2022 di PwC, società di revisione e consulenza leader in Svizzera, dimostra che una solida pipeline di accordi, una massiccia disponibilità di capitale e una forte domanda continua di asset digitali indicano che il 2022 sarà un anno ancor più eccezionale per le fusioni e acquisizioni.

I dati

Nel 2021 sono stati effettuati oltre 62.000 accordi in tutto il mondo, con un aumento senza precedenti del 24% rispetto al 2020. I valori degli accordi divulgati hanno raggiunto un nuovo massimo di $ 5,1 trilioni, inclusi 130 mega accordi con un valore dell’operazione di $ 5 miliardi o più. Ciò rappresenta un aumento del 57% rispetto al 2020 e batte il precedente record di 4,2 trilioni di dollari stabilito nel 2007. 

Private equity in forte aumento

Le aziende di Private Equity hanno rappresentato il 45% del valore totale delle operazioni nel 2021: negli ultimi cinque anni questa cifra è stata di poco superiore al 25%.
In particolare, il capitale globale del PE ha chiuso il 2021 a 2,3 trilioni di dollari, in aumento del 14% dall’inizio dell’anno.
Inoltre, all’inizio del 2022, la divisione PE ha raggiunto un livello record di capitale, aumentando ulteriormente la sua capacità di negoziazione.
Tuttavia, nonostante le immense risorse finanziarie, le PE trovano sempre più difficile trovare opportunità per aggiungere valore con tassi di interesse in aumento, rapporti di valutazione più elevati e pressioni ESG più pesanti. 

Special Purpose Acquisition Companies (SPAC)

PwC presume che le Special Purpose Acquisition Companies (SPAC), che si quotano in Borsa per raccogliere fondi da investire, continueranno a svolgere un ruolo significativo nel 2022.
Attualmente sono quasi 500 le SPAC che non hanno ancora annunciato una fusione, ma c’è solo una breve finestra di tempo disponibile per le offerte. Ciò si tradurrà in competizione con lo spazio PE e nuovi accordi aziendali nel 2022 e nel 2023.

I settori

Queste tendenze potranno essere viste in vari settori.
Primo fra tutti quello degli ipermercati, dove le preferenze dei consumatori porteranno a modelli di business completamente nuovi e continueranno a guidare l’attività di fusione e acquisizione nel 2022.
Per quanto riguarda energia, servizi pubblici e risorse, le acquisizioni vengono utilizzate per aggiungere valore in aree di crescita ESG come le fonti di energia rinnovabile, la cattura del carbonio, lo stoccaggio delle batterie, l’idrogeno, le infrastrutture di trasmissione e altre tecnologie pulite. 
In relazione ai servizi finanziari, la competizione per il vantaggio strategico del mercato continuerà a guidare le fusioni e acquisizioni, con attività incentrate su accordi tecnologici e di innovazione.
Nel settore sanitario, le aziende farmaceutiche intraprenderanno accordi che daranno loro accesso a tecnologie emergenti come l’mRNA e la terapia cellulare e genica. In particolare, le aziende che utilizzano piattaforme di assistenza specialistica, telemedicina, tecnologia sanitaria, dati e analisi stanno già attirando l’interesse degli investitori.  
Inoltre, sul fronte della produzione industriale e automobilistica, di particolare rilievo saranno gli accordi che accelerano il cambiamento digitale, ad esempio nei settori dei veicoli elettrici e della guida autonoma, delle batterie e delle tecnologie di ricarica.
Infine, per quanto riguarda tecnologia, media e telecomunicazioni il livello di attività e il valore degli accordi continueranno a essere sbalorditivi.

I rischi

Nonostante le previsioni ottimiste, secondo PwC, gli intermediari svizzeri non devono perdere di vista i rischi.
In particolare, i tassi di interesse più elevati, l’inflazione in aumento e le tasse più alte potrebbero porre ostacoli strutturali o finanziari alla conclusione degli accordi nel 2022.
Inoltre, gli effetti della pandemia, che interessa ancora oggi il nostro Paese, non sono stati ancora superati.
Stiamo già assistendo a una maggiore volatilità sui mercati finanziari, ulteriori interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali e un aumento del debito sovrano. In particolare, un maggiore controllo normativo può comportare un onere significativo per i dealmaker", spiega Marc Schmidli, Partner, Deal and Valuations Leader di PwC Svizzera. "Inoltre, i fattori ESG rimangono cruciali nella valutazione del potenziale di fusioni e acquisizioni".

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