Petrolio russo, la Svizzera si adegua ai limiti di prezzo stabiliti dall’Ue

Matteo Casari

16/02/2023

16/02/2023 - 13:27

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Il Consiglio federale ha deciso di adeguare i provvedimenti nei confronti della Russia istituiti dall’UE in materia di prodotti petroliferi.

Petrolio russo, la Svizzera si adegua ai limiti di prezzo stabiliti dall'Ue

Il Consiglio federale ha adeguato i provvedimenti nei confronti della Russia riguardanti il greggio e i prodotti petroliferi, adeguandosi alle ultime sanzioni adottate dall’Unione europea (UE). Le modifiche sono entrate in vigore il 15 febbraio 2023 alle 18.

La Confederazione si adegua all’UE

Il 4 febbraio 2023 l’UE aveva fissato i prezzi massimi per i prodotti petroliferi provenienti dalla Russia (oil price cap). Il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) aveva adottato questi limiti per il petrolio greggio russo già lo scorso 8 dicembre.
A decorrere dal ieri- 15 febbraio - il Consiglio federale ha ripreso le nuove disposizioni transitorie e i massimali di prezzo per i prodotti petroliferi russi.

Il tetto ai prezzi del petrolio

Il commercio, l’intermediazione e il trasporto, ad esempio, di oli da riscaldamento provenienti dalla Russia o di origine russa sono consentiti solo se il prezzo al barile non supera i 45 dollari statunitensi. Per la benzina, il gasolio o il petrolio si applica un tetto massimo di prezzo di 100 dollari al barile.
Le disposizioni mirano a mitigare gli effetti negativi sull’approvvigionamento energetico di Paesi terzi, a contenere gli aumenti dei prezzi causati dall’aggressione militare della Russia all’Ucraina e a limitare al contempo gli introiti russi derivanti dalla vendita di petrolio.

Posizione scomoda

Passato un anno dallo scoppio della guerra, è chiaro che le relazioni tra il nostro Paese con i due coinvolti nel conflitto siano una materia più attuale che mai. Puntualmente, sia da parte della Confederazione che a livello internazionale, le sanzioni contro Mosca sono all’ordine del giorno.
In questo caso la Confederazione si è allineata ai Paesi dell’UE, ma non è sempre stato coì nel corso dell’ultimo anno. La Svizzera infatti è stata alle volte oggetto di critiche a livello internazionale riguardo il suo atteggiamento ritenuto “neutrale” nella vicenda.
E’ il caso della proposta di utilizzare i fondi privati di cittadini russi congelati dai vari Paesi per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Una ipotesi che il Consiglio federale ha già dichiarato anticostituzionale.

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