Italia: occupazione femminile tra le peggiori in UE

Claudia Mustillo

10 Maggio 2021 - 11:32

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In Italia l’occupazione femminile segna un’altra discesa nel 2020 arrivando a toccare il 49%, distanziandosi dalla media europea di circa 13 punti. I dati evidenziano, ancora una volta, una forte spaccatura tra il Nord e il Sud del Paese.

L’occupazione femminile è ancora oggi uno dei più grandi problemi della società contemporanea, nonché segnale di una parità tra i sessi ancora irraggiungibile. In Svizzera nel 2020 le donne attive occupate a tempo pieno (90-100%) sono il 40,9%, mentre le donne occupate a tempo parziale (si considera parziale un tempo uguale o inferiore all’89% del totale) il 59,1%.

Dall’altro lato gli uomini occupati a tempo pieno sono l’81,7%, mentre gli occupati a tempo parziale solamente il 18,3%. Allo stesso tempo la quota di donne tra le persone sottoccupate (in %) è del 72,4% contro il 27,6% degli uomini. Stando ai dati dell’ufficio federale di statistica. Inoltre, a parità di ore e di mansione le donne continuano ad essere pagate meno. Il Consiglio federale, proprio per colmare questo gap, ha adottato una nuova strategia per la parità tra donne e uomini 2030, si tratta della prima strategia nazionale della Confederazione che vuole promuovere la parità dei sessi in tutti gli aspetti.

Qual è la situazione del lavoro femminile in Italia?

I dati che arrivano, relativamente all’occupazione femminile in Italia, non sono certamente incoraggianti. L’Italia, infatti, si trova in coda nell’Unione Europea e in 4 delle sue regioni i tassi rientrano tra i 5 peggiori in assoluto. Le regioni con i peggiori indici sono Campania e Calabria, rispettivamente al 28,7 e 29%. Nello specifico la regione Campania ha registrato gli stessi tassi di Ankara, in Turchia. Dati che fanno riflettere sulla condizione e sul ruolo della donna ai giorni nostri.

L’occupazione media per le donne in Italia è calata dell’1,1% nel 2020, arrivando al 49% (la media europea si attesta sopra al 60%), d’altra parte le vittime della crisi economica e sociale in atto sono state proprio - e in prima fila - le donne insieme ai giovani.

La differenza dell’occupazione femminile nelle regioni italiane

La situazione peggiore, dell’occupazione femminile, si registra in Campania, Calabria, Sicilia e Puglia; mentre regioni come l’Emilia-Romagna sono più allineate con la media dell’UE, così come il Nord Italia in generale.

Si evidenzia, ancora una volta, una spaccatura economica e occupazionale - ma anche sociale - nell’Italia, che nel suo complesso raggiunge un’occupazione femminile inferiore di 13,4 punti rispetto alla media europea.

Consapevole della situazione occupazione disastrosa, il Presidente del Consiglio Draghi, che si è già espresso sulle forti disuguaglianze interne al Paese e sulle categorie che sono state lasciate indietro, definendo lo scenario occupazionale italiano pieno di “gravi problemi che vanno affrontati”.

Peggio, in Europa, solo la Grecia, che fa registrare un tasso di occupazione femminile al 47,5%, vale a dire di 1,5% al di sotto della media italiana.

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