Eurozona, l’inflazione sale all’8,9%. La Bce non esclude nuovi aumenti dei tassi

Chiara De Carli

18/08/2022

18/08/2022 - 12:11

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Secondo la Bce, si sta assistendo a uno shock da offerta che sta rallentando la crescita e aumentando le pressioni inflazionistiche.

Eurozona, l'inflazione sale all'8,9%. La Bce non esclude nuovi aumenti dei tassi

Solo un anno fa, l’inflazione nell’Unione europea era al 2,5%. A luglio 2022, invece è balzata al 9,8%, in crescita rispetto al 9,6% di giugno. L’aumento è marcato anche nell’eurozona dove a giugno si attestava all’8,6% e a luglio è passata all’8,9%, ben lontano dal 2,2% di luglio 2021. I dati sono stati resi noti oggi da Eurostat, l’ufficio di statistica europeo che ha confermato le previsioni diffuse negli scorsi giorni.
I tassi su base annua più bassi sono stati registrati in Francia, Malta (entrambe al 6,8%) e Finlandia (8,0%). Mentre quelli più alti li hanno avuto Estonia (23,2%), Lettonia (21,3%) e Lituania (20,9%). Nella vicina Italia, a luglio scende leggermente, passando dall’8,5% di giugno all’8,4%. Dai dati diffusi si evince come l’inflazione, a luglio, sia diminuita in sei Stati membri rispetto al mese precedente, è rimasta stabile in tre e aumentata in diciotto.

Recessione tecnica all’orizzonte

La Banca centrale europea (Bce) osserva un peggioramento per la crescita nell’area euro e all’orizzonte si inizia a intravedere una “recessione tecnica”. A preoccupare soprattutto l’inflazione, perché le previsioni pessimistiche di luglio non sono state alleviate. "Se si guarda a una qualsiasi delle misurazioni dell’inflazione di fondo, stanno salendo ulteriormente e sono ai massimi storici", dice Isabel Schnabel, del Comitato esecutivo della Bce in un’intervista alla Reuters pubblicata sul sito della Bce.

A settembre nuovo rialzo dei tassi?

Secondo Schnabel anche con una recessione, “sarebbe abbastanza improbabile che le pressioni inflazionistiche scendano da sole. Quello che stiamo vedendo è uno shock da offerta che sta rallentando la crescita e allo stesso tempo aumenta le pressioni inflazionistiche", ma "il rallentamento della crescita probabilmente non è sufficiente a indebolire l’inflazione, per quanto riduca le pressioni sui prezzi attraverso una domanda più fiacca". Non è dunque da escludere un nuovo rialzo dei tassi di interesse di mezzo punto percentuale da parte della Bce.

Scudo anti spread

Per quanto riguarda i reinvestimenti del programma pandemico Pepp, lo scudo anti spread, ha sottolineato: "L’uso di questo strumento, come qualsiasi altro, deve essere proporzionato. Questo implicata che vada attivato solo nella misura necessaria. All’inizio della pandemia abbiamo visto che brevi interventi possono essere sufficienti per stabilizzare i mercati".

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