Indipendenza energetica dalla Russia? Per la Germania il prezzo rischia di essere davvero salato

Livio Spadaro

27 Febbraio 2023 - 12:23

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La Germania dovrà stanziare un trlione di dollari entro il 2030 per rendersi indipendente dalla Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

Indipendenza energetica dalla Russia? Per la Germania il prezzo rischia di essere davvero salato

La Germania ha stanziato oltre 260€ miliardi per fronteggiare i rischi di una crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina. Tuttavia, la soluzione definitiva per rendersi indipendente dal punto di vista energetico potrebbe costare molto di più.

Un trilione

Secondo BloombergNEF, il prezzo da pagare da Berlino per dotarsi di un nuovo sistema energetico è di 1$ trilione entro il 2030. Il costo include investimenti per il potenziamento delle reti elettriche e creazione di nuove reti per gestire sia lo switch dalle centrali nucleari e a carbone che per fronteggiare l’aumento della domanda delle auto elettriche, la richiesta dei sistemi di riscaldamento e il rispetto degli impegni sul clima.

Quanti pannelli servono?

Per completare la transizione, la Germania dovrebbe installare pannelli solari che coprano l’equivalente di 43 campi di calcio e 1600 pompe di calore ogni giorno. Dovrebbe anche costruire 27 impianti eolici onshore e 4 offshore a settimana secondo quanto presentato da Scholz ad una visita alla sede della Volkswagen.

Quanta energia manca?

L’ente regolatore tedesco stima che entro il 2030 andranno installati circa 250 GW di nuova capacità, in previsione di un aumento della domanda energetica del 30%. Per capire meglio la grandezza della sfida del Governo tedesco, la generazione richiesta sarebbe sufficiente a coprire l’attuale domanda per tutti i 448 mln di abitanti dell’Unione Europea.
L’audace piano del Governo non sta trovando molti investitori disposti a sborsare cifre così elevate, dovendosi anche confrontare con un eccesso di regolamentazione e processi di autorizzazione molto lenti.

Saltano i posi di lavoro

Recentemente il gigante della chimica BASF ha annunciato 2600 tagli di posti di lavoro chiudendo alcune fabbriche ad alta intensità energetica per via dei prezzi elevati dell’energia, sintomo dell’urgenza di un cambiamento radicale della fornitura energetica nel Paese.

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