Telelavoro per i frontalieri italiani, nessuna proroga. La posizione della Camera di Commercio del Ticino

Redazione

23 Dicembre 2022 - 10:08

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L’ente camerale auspica di poter raggiungere una soluzione tramite di un cosiddetto accordo amichevole tra le rispettive autorità fiscali.

Telelavoro per i frontalieri italiani, nessuna proroga. La posizione della Camera di Commercio del Ticino

Pubblichiamo la nota diffusa dalla Camerca del Commercio del Canton Ticino in merito alla questione relativa allo smartworking per i frontalieri.
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Le autorità federali ieri hanno annunciato che l’Accordo amichevole concluso con l’Italia nel giugno 2020 sul telelavoro dei frontalieri non verrà prorogato.
Tale accordo ha introdotto un regime speciale in materia di fiscalità nel senso che, in via eccezionale, i frontalieri italiani in telelavoro non sono stati imposti fiscalmente in Italia, nonostante abbiano lavorato dal loro domicilio.
Questo regime speciale finirà il 1° febbraio 2023.
A partire da tale data si tornerà al regime di imposizione usuale e in caso di telelavoro il frontaliere diventerà soggetto fiscale italiano anche per un solo giorno di attività in Italia.
In materia di assicurazioni sociali, ambito regolato separatamente da quello fiscale, il regime speciale covid è stato per contro già prorogato fino al 30 giugno 2023. Abbiamo quindi una chiara
discrepanza tra i regimi fiscali e assicurativi, in relazione alla medesima persona e al medesimo lavoro.
Inoltre, anche nel regime ordinario (quindi oltre le eccezioni concordate specificatamente per l’emergenza sanitaria) in materia di assicurazioni sociali è comunque già prevista una soglia del 25% (riferita al tempo lavorativo), al di sotto della quale la persona in telelavoro non viene mai assoggettata agli istituti previdenziali italiani.
Ora, come già sottolineato da due recenti Interrogazioni Parlamentari di Cristina Maderni e Sabrina Gendotti, questa situazione crea incertezza e, di fatto, rende inapplicabile la deroga prevista in ambito assicurativo.
Per questa ragione è importante che le autorità svizzere e italiane trovino celermente una regolamentazione più adeguata alla situazione, introducendo delle soglie di telelavoro durevoli anche in ambito fiscale, idealmente parificandole a quelle assicurative. In tale contesto è poi importante che venga anche stabilito che il telelavoro nel limite delle soglie eventualmente concesse non può configurare stabile organizzazione con conseguenze fiscali
anche per l’azienda medesima, e non solo per il dipendente.
Oltre a creare una situazione giuridica maggiormente chiara, tali soglie permetterebbero pure di contribuire, almeno parzialmente, a sgravare le nostre strade e al risparmio energetico.
La soluzione potrebbe essere raggiunta per il tramite di un cosiddetto accordo amichevole tra le rispettive autorità fiscali, che non prevede le lungaggini procedurali invece applicabili alla
ratifica degli accordi internazionali veri e propri. Una soluzione quindi possibile in tempi rapidi. Ciò è peraltro dimostrato dal fatto che, sempre ieri, le autorità federali hanno annunciato di aver
raggiunto un accordo con la Francia proprio sul telelavoro durevole
dei frontalieri francesi.

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