Guerra in Ucraina: conseguenze e sanzioni pesano sulle aziende svizzere. Il sondaggio di Economiesuisse

Chiara De Carli

22 Marzo 2022 - 08:49

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Al sondaggio, condotto dal 2 al 10 marzo 2022, hanno partecipato 306 organizzazioni e si riferisce a tutte le regione della Svizzera.

Guerra in Ucraina: conseguenze e sanzioni pesano sulle aziende svizzere. Il sondaggio di Economiesuisse

Un’azienda svizzera su due è toccata dalle conseguenze della guerra in Ucraina nelle sue attività commerciali. A renderlo noto un sondaggio di Economiesuisse, pubblicato da numerose testate nazionali.
Le difficoltà registrate nella crescita dalle aziende vanno ricondotte principalmente alla situazione geopolitica e alla carenza di professionisti qualificati.

Situazione tesa

Più della metà delle aziende intervistate ha dichiarato di avere problemi con l’approvvigionamento di prodotti intermedi, soprattutto a causa della situazione geopolitica. Mentre un quinto delle società ha fatto riferimento alla diminuzione di personale qualificato.Tra i settori maggiormente colpiti: le industrie chimiche, dei macchinari, elettriche e metallurgiche, produttori e grossisti di alimenti.

Impatto della guerra sulle aziende

Con la fine della pandemia e l’allentamento delle misure anti Covid si sperava nella ripresa delle catene di approvvigionamento. La situazione invece che migliorare con lo scoppio della è peggiorata. Circa la metà delle aziende intervistate ritiene che il conflitto avrà un impatto sulle proprie attività commerciali. Poco meno di un quinto ne è gravemente colpito.
Il 57% delle aziende lamenta carenza di materie prime. In modo particolare alluminio e legno, ma anche materiali di produzione. Di conseguenza, il 37% delle società interpellante riferisce una carenza dei generi di consumo, come macchinari o semiconduttori. Il 25% parla di beni di consumo, il 12% fa riferimento all’energia (come ad esempio il gas naturale). Dal sondaggio emergono difficoltà nell’importazione di metalli grezzi e di materie prime metallifere a causa della guerra. Ma anche altri prodotti come grano e olio da cucina. Già prima della guerra in Ucraina, gli aumenti dei prezzi delle materie prime ed energia sono stati significativi. Il conflitto ora contribuisce a peggiorare una situazione di per sé precaria.

Pressione sui prezzi

Stando al sondaggio di Economiesuisse la pressione sui prezzi aumenterà ancora di più e di conseguenza avrà un impatto maggiore sui prodotti finali. Per esempio, l’industria chimica genera prodotti da materie prime utili anche nel nostro consumo quotidiano, dalla plastica ai fertilizzanti. Di conseguenza elettrodomestici, automobili o articoli sportivi come biciclette e biciclette elettriche potrebbero diventare più costosi, così vale per molti prodotti alimentari. Anche i costi di trasporto stanno aumentando: l’aumento dei prezzi del carburante non rende più costoso solo il trasporto in nave e in aereo, ma anche in camion. Inoltre, a causa della guerra in Ucraina, persistono le difficoltà logistiche a dovute alla carenza di autisti, situazione che contribuisce a un ulteriore aumento dei prezzi. Nei prossimi sei mesi, le aziende di tutti i settori si aspettano un aumento medio dei prezzi di circa il 5%.

Pesano le sanzioni

Le conseguenze delle sanzioni dei G7 nei confronti della Russia iniziano a farsi sentire. Dalle risposte raccolte, circa un quarto delle aziende intervistate è colpito da queste misure che interessano soprattutto la limitazione nelle transazioni di pagamenti con le banche russe, colpendo settore finanziario ed esportazioni. Si denotano anche limitazioni nel traffico aereo; i voli merci e il trasporto passeggeri sottostanno a restrizioni nello spazio aereo russo e devono essere dirottati. Il turismo nota la mancanza di ospiti russi.

Materie prime sempre più scarse

Molti operatori di mercato si aspettano anche che la Russia, a causa delle sanzioni imposte, non sarà nel prossimo futuro un fornitore di materie prime. In quest’ottica l’offerta globale sarà ancora più limitata. Oltre al petrolio e al gas, potrebbe riguardare anche altre importanti materie prime come il minerale di ferro o nichel. Non ci si può dunque aspettare una rapida soluzione alle strozzature dell’offerta. Al contrario, si attendono possibili peggioramenti a causa della guerra: quasi l’80% delle aziende intervistate si aspetta problemi di approvvigionamento anche nei prossimi mesi.

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