Credit Suisse "non c’è più" ma ancora «favorisce l’evasione fiscale negli Usa»

Sara Bracchetti

29 Marzo 2023 - 14:12

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Le accuse sono arrivate dal senatore Ron Wyden, ma la banca elvetica smentisce: «Da dieci anni ci opponiamo a questa pratica scorretta»

Credit Suisse "non c'è più" ma ancora «favorisce l'evasione fiscale negli Usa»

Non c’è pace per Credit Suisse, che in un certo senso non esiste più da dieci giorni ma, d’altra parte, riceve pesanti accuse per quel che ha fatto e ancora continua a fare nell’attesa di fondersi con Ubs. Favoreggiamento dell’evasione fiscale: per questo motivo le stanno puntuando il dito contro gli Stati Uniti, convinti che continui a dare una mano ai clienti americani a nascondere i propri beni e ad evadere le tasse dovute.

Il precedente nel 2014

A dichiararlo, il senatore Ron Wyden, in un’audizione davanti alla Commissione Finanze del Senato degli Stati Uniti di quest’oggi. Le sue affermazioni sono però state subito smentite da Credit Suisse, che «non tollera l’evasione fiscale», ha puntualizzato in una nota. Da dieci anni, ha precisato, la banca non si presta più a tali illeciti, grazie all’introduzione di misure utili a identificare chi cerchi di farsi scudo dietro la banca; da quando cioè, nel 2014, si era al contrario dichiarata colpevole di fronte al tribunale americano e aveva sborsato 2,5 miliardi di dollari multa.

Gli standard di condotta

Secondo il gruppo dirigente, Credit Suisse avrebbe collaborato con la commissione, a sostegno dell’operato del senatore Wyden. «La nostra politica chiara è quella di chiudere i conti non divulgati quando vengono identificati e di disciplinare tutti i dipendenti di conseguenza per identificare gli standard di condotta di Credit Suisse», ha concluso.

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