Il Consiglio nazionale vuole rafforzare i rapporti con Taiwan. Il monito della Cina: «Non interferite»

Chiara De Carli

04/05/2023

04/05/2023 - 14:45

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Berna si attiene al principio di «una sola Cina» dal 1950.

Il Consiglio nazionale vuole rafforzare i rapporti con Taiwan. Il monito della Cina: «Non interferite»

Il Consiglio nazionale vuole rafforzare i contatti con il Parlamento di Taiwan, ma la Cina non ci sta. L’Ambasciata della Repubblica popolare cinese in Svizzera ha reagito pubblicato una dura dichiarazione sul suo sito.
«Alcuni parlamentari svizzeri - si legge - hanno rilasciato dichiarazioni irresponsabili a riguardo», accusando di aver «gravemente interferito negli affari interni della Cina» con questi atti. «La Cina esprime la sua forte insoddisfazione e la respinge fermamente».
Il Consiglio nazionale, infatti, ha approvato una mozione della sua Commissione della politica estera per chiedere il rafforzamento delle relazioni tra la Camera bassa e il Parlamento di Taiwan. Contribuendo così alla democrazia, alla pace, alla stabilità, oltre a potenziare gli scambi economici, politici, scientifici e culturali tra la Svizzera e l’isola. Ma alla Cina questa mossa non è piaciuta. Tanto che la risposta non è tardata ad arrivare.

Esiste un’unica Cina

La Svizzera non riconosce ufficialmente Taiwan come Stato a sé stante per via del principio«una sola Cina», in vigore dal 1950. Politica che viene riaffermato all’interno della dichiarazione. «C’è una sola Cina al mondo. Taiwan è una parte inseparabile del territorio cinese e il governo della Repubblica popolare cinese è l’unico governo legittimo che rappresenta tutta la Cina». E invita la Camera del popolo a sostenere tale principio e «a smettere di interferire negli affari interni della Cina». Poiché «è importante non incoraggiare i separatisti dell’ "indipendenza di Taiwan" e non inviare falsi segnali, sostenere insieme i risultati faticosamente conquistati della cooperazione sino-svizzera e lo sviluppo delle relazioni bilaterali tra i nostri due Paesi».

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