Il mondo economico ticinese detta l’agenda alla politica: definite le priorità

Redazione

13/03/2023

13/03/2023 - 09:50

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Incontro al verticie oggi in Camera di commercio.

Il mondo economico ticinese detta l'agenda alla politica: definite le priorità

Quali sono le priorità del mondo economico ticinese? In vista delle prossime elezioni cantonali, la Camera di Commercio e le sue oltre 60 associazioni affiliate ha fatto il punto sui temi che sono essenziali per il futuro dell’economia ticinese e per il Paese.

La voce della Camera

Come sottolineato dal Presidente della Cc-Ti Andrea Gehri, è importante recuperare una sana cultura del confronto, basato su dati e fatti, per prendere decisioni sensate e con visioni rivolte al futuro.

Mancanza di personale

Andrea Gehri si è soffermato sulla carenza di manodopera, soprattutto qualificata. Problema che tocca praticamente tutti i settori economici e non solo in Ticino. Il problema è complesso perché conseguenza di molti fattori, anzitutto l’evoluzione demografica. Ma non solo. Vi sono i problemi strutturali di taluni settori, la scarsa considerazione e conoscenza di interi ambiti economici, la forte concorrenza nazionale e internazionale e altro ancora.

Come mitigare il problema

La sfida è di cercare di mitigare il problema attraverso la formazione e per questo la Cc-Ti si sta adoperando con tutti i settori economici per far emergere maggiori dettagli di questa carenza per proporre nuove vie in campo formativo. La Cc-Ti si adopera già molto nella formazione continua, per permettere l’acquisizione o l’aggiornamento di competenze concernenti la gestione aziendale. L’intento è di promuovere nuove figure professionali come quella appena varata dalla Confederazione di «sviluppatore business digitale AFC», che coniuga conoscenze tecniche in ambito digitale e di gestione di impresa.

Il fisco

La Vicepresidente della Cc-Ti Cristina Maderni ha dal canto suo ribadito la necessità di riforme fiscali, dato che il nostro sistema cantonale non è più competitivo e poggia su una base fragile; poche persone (l’1% dei contribuenti, cioè circa 2’000 persone fisiche) versano circa il 33% del gettito fiscale totale. Inoltre, 1’000 aziende versano circa il 75% del gettito totale e 270 aziende garantiscono ben il 63% dei ricavi dell’imposta sul capitale. Va messa in atto la riduzione dell’aliquota sull’utile aziendale al 5,5% nel 2025, come deciso dal popolo. Inoltre, è indispensabile anche la riduzione delle aliquote per contribuenti facoltosi, oggi troppo penalizzati in Ticino. Analogo discorso vale per l’imposizione del riscatto del capitale previdenziale, che va sensibilmente ridotta. Per l’economia è importante anche la riduzione delle imposte di successione e donazione, decisive per la successione aziendale perché oggi sono troppo svantaggiati eventuali subentranti che non appartengono alla stretta cerchia familiare dei titolari dell’impresa. Da non trascurare nemmeno che, oltre al carico delle imposte, vi è un aumento costante delle tasse, che vanno assolutamente contenute.

Le richieste degli industriali

Il Presidente di AITI Oliviero Pesenti ha ribadito gli elementi cardine del Piano strategico «Ticino 2032», cioè il mantenimento di una solida base produttiva in Ticino che costituisce una carta vincente, valutando quale tipo di industria/economia vogliamo e possiamo permetterci alla luce dei diversi cambiamenti economici e sociali in atto. E’ fondamentale migliorare la formazione scolastica, professionale e accademica e aumentare gli investimenti pubblici a sostegno dell’innovazione, favorendo quelli privati. Vanno migliorate tutte le condizioni quadro del territorio per fare impresa e diffondere i valori della cultura d’impresa, del significato dell’essere imprenditore e del fare impresa.
Pesenti ha sottolineato come le aziende siano socialmente responsabili ed inserite in un mercato del lavoro flessibile che sa garantire protezione sociale. Va però ricordato che vi sono anche doveri e non solo diritti.

Il primo settore

Il Presidente dell’Unione Contadini Ticinesi Omar Pedrini si è soffermato sulle preoccupazioni del settore primario confrontato con difficoltà legate anche al forte rincaro di talune materie prime. Pianificazione del territorio, energia, mobilità sono temi che toccano da vicino anche il settore primario, come tutti gli altri ambiti dell’economia. La presenza dell’UCT a fianco delle altre associazioni economiche vuole suggellare, come avviene già a livello federale, il ruolo del mondo agricolo nel sistema cantonale e la volontà di unirsi a tutti gli altri settori per sostenere una politica che sia vicina al mondo degli imprenditori. Benché oggi il settore primario rappresenti una minoranza della popolazione attiva e sia magari poco visibile, esso contribuisce in modo decisivo al benessere del paese in termini di approvvigionamento e qualità dei prodotti regionali, di cura del territorio e delle tradizioni e non da ultimo in ambito formativo, per garantire la continuità aziendale.
Affrontare questi scopi seriamente significa impegnarsi in un lavoro costante a favore del ceto agricolo e di tutta la filiera. Un lavoro che è spesso poco visibile e complicato in un cantiere senza fine.

Argomenti

# Ticino

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