La Bns porta il tasso guida all’1,75%. Thomas Jordan: «L’aumento di ipoteche e affitti non ci ferma»

Chiara De Carli

22/06/2023

23/06/2023 - 15:08

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Il nuovo tasso di interesse entrerà in vigore a partire dal 23 giugno 2023.

La Bns porta il tasso guida all'1,75%. Thomas Jordan: «L'aumento di ipoteche e affitti non ci ferma»

Nonostante l’inflazione in Svizzera sia diminuita in modo significativo negli ultimi mesi, attestandosi a maggio al 2,2%, la Banca nazionale svizzera (Bns) ha deciso di inasprire ulteriormente la politica monetaria, portando con un aumento di 25 punti base il tasso guida all’1,75% dall’1,50%.

«Il nuovo rialzo del tasso di interesse è necessario per far sì che a medio termine l’inflazione torni durevolmente nell’area di stabilità dei prezzi. Al momento non possiamo escludere che possa rendersi necessario un ulteriore inasprimento della politica monetaria per raggiungere questo obiettivo», ha detto il presidente della Bns, Thomas Jordan in conferenza stampa.

In questi mesi, ha spiegato Jordan, c’è stato un calo dell’inflazione riconducibile al minor rincaro dei beni importanti e alla contrazione dei prezzi petroliferi e del gas naturale. Tuttavia non è ancora finita. La pressione inflazionistica di fondo è ulteriormente salita: «nel contesto attuale gli aumenti dei costi possono essere ancora facilmente trasferiti sui prezzi. Pertanto, osserviamo perduranti effetti di secondo impatto per quanto riguarda diversi beni e servizi interni. Anche l’innalzamento dei canoni di affitto contribuirà all’aumento dell’inflazione interna. Vi è quindi ancora il rischio che l’inflazione si consolidi a un livello superiore al 2%, ovvero al di sopra dell’area che assimiliamo alla stabilità dei prezzi», ha proseguito il governatore dell’istituto centrale. Il nuovo tasso di interesse entrerà in vigore a partire dal 23 giugno 2023.

Diminuzione degli averi a vista

La Bns ha ribadito inoltre la sua disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi per assicurare condizioni monetarie adeguate. Attualmente, le vendite di valuta estera hanno una preminenza.
Rispetto allo scorso marzo, il franco svizzero si è apprezzato di circa il 2% su base ponderata per il commercio estero. Dunque per assicurare condizioni monetarie adeguate, negli ultimi trimestri la Bns ha proceduto a vendite di valuta estera, comportando una riduzione degli averi a vista.
Gli averi a vista detenuti dalle banche presso la Banca nazionale verranno remunerati fino a un determinato limite al tasso guida Bns dell’1,75%, quelli eccedenti tale limite all’1,25%. Pertanto a questi ultimi continuerà ad applicarsi una riduzione di 0,5 punti percentuali rispetto al tasso guida Bns.
Anche in futuro, la Bns si è detta pronta a vendere valuta. Rimanendo pronta ad acquistarne nel caso di un’eccessiva pressione all’apprezzamento del franco svizzero.

Inflazione 2023

previsione inflazione
bns

Riviste al rialzo le previsioni sull’inflazione annua che la vede al 2,2% per il 2023 e il 2024 e al 2,1% per il 2025.
«Senza l’aumento del tasso di interesse annunciato oggi, la previsione di inflazione presenterebbe a medio termine valori persino più elevati».

inflazione osservata
Bns

Crescita economica in rallentamento

La situazione al di fuori dei confini elvetici è ancora altamente incerta. La crescita economica mondiale è rallentata e l’inflazione di fondo si sta rivelando persistente. La Bns ritiene che sul medio termine l’inflazione dovrebbe riportarsi su livelli più moderati, per effetto delle politiche monetarie restrittive e del rallentamento congiunturale. Un contesto che nasconde diverse insidie: l’elevata inflazione in alcuni paesi potrebbe risultare più persistente del previsto. Anche la situazione energetica in Europa potrebbe riacuirsi nel periodo compreso tra il quarto trimestre del 2023 e il primo trimestre del 2024.

Crescita economica in Svizzera

Nel primo trimestre 2023, il prodotto interno lordo (Pil) elvetico ha segnato una crescita solida, accompagnato da uno slancio del settore dei servizi e dalla creazione aumentata di valore dell’industria. Il mercato del lavoro si è confermato robusto. Ma ora arriva la parte difficile dell’anno. Gli effetti dei tassi di interesse dovrebbero avere un effetto frenante, così come lo ha l’inflazione che diminuisce il potere dacquisto. Insomma, a questo punto dell’anno, la Bns ipotizza per la fine di dicembre un Pil all’1%.
Nei prossimi mesi dunque la disoccupazione registrerà un lieve incremento e il grado di utilizzo delle capacità produttive dovrebbe diminuire leggermente.

Mercato immobiliare e canone d’affitto

Nel mercato immobiliare la crescita dei prezzi delle case unifamiliari e degli appartamenti di proprietà è rallentata negli ultimi trimestri, mentre i prezzi delle case plurifamiliari sono scesi. La crescita dei prestiti ipotecari è rimasta sostanzialmente invariata. Le vulnerabilità su questi mercati permangono.
Ha poi parlato dell’influenza che i rialzi del tasso guida hanno sui tassi ipotecari e di conseguenza sul tasso di riferimento per i canoni d’affitto. Ciò significa che i locatari possono aumentare i prezzi, facendo salire temporaneamente l’inflazione nel suo insieme e gravando sulle tasche delle famiglie. «Questo effetto non deve essere un motivo per rinunciare agli aumenti necessari del tasso di interesse, poiché senza una politica monetaria più restrittiva vi sarebbe il rischio di un consolidamento dell’inflazione, che renderebbe indispensabili aumenti molto più consistenti del tasso di interesse in futuro. L’ulteriore inasprimento della nostra politica monetaria annunciato oggi è pertanto opportuno anche in quest’ottica».

Credit Suisse non influisce sulla politica monetaria

Nel suo discorso Jordan ha voluto poi sottolineare che l’ingente liquidità messa a disposizione di Credit Suisse lo scorso marzo, «non influenza il grado di restrizione della nostra politica monetaria».

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