Vaccini: più rischi per i giovani, il parere che divide gli esperti

Gabriele Stentella

23 Giugno 2021 - 14:08

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Stanno facendo molto discutere le affermazioni di un team di scienziati riguardo i rischi che potrebbero correre i soggetti più giovani che si sottopongono alla vaccinazione contro la COVID-19. Ennesimo falso allarme o realtà scomoda?

Sui vaccini anti-COVID se ne sono dette di tutti i tipi. Anche nel nostro paese non mancano i soggetti che asseriscono la loro presunta pericolosità, parere il più delle volte influenzato da notizie di dubbia veridicità o studi scientifici alquanto nebulosi, per non dire inesistenti.

Eppure alcuni fatti di cronaca avvenuti all’estero nelle scorse settimane stanno portando alcuni scienziati a riconsiderare alcune teorie che fino a questo momento erano state bollate come improbabili e fantasiose.

Nelle ultime ore si sta facendo molta strada tra i principali siti web di informazione la notizia riguardante l’allarme lanciato da alcuni medici circa la presunta pericolosità di alcuni vaccini contro la COVID-19 nei confronti dei soggetti più giovani.

Si tratta dell’ennesimo allarmismo ingiustificato o dietro si nasconde una verità ben più scomoda? Analizziamo nel dettaglio la notizia.

Vaccini anti-COVID: nei giovani rischi superiori ai benefici, ma non tutti concordano con questa visione

Sebbene il contributo dei vaccini nella lotta alla pandemia di COVID-19 sia indiscutibile, nelle ultime ore stanno rimbalzando sul web alcune notizie riguardanti un ripensamento di alcuni esperti riguardo i pericoli per alcune categorie di soggetti.

Si tratterebbe soprattutto degli individui più giovani, di età inferiore ai 34 anni, i quali potrebbero essere esposti a più rischi che benefici a seguito della vaccinazione contro la COVID-19. Questo parere appare molto duro e in contrasto con quanto riportato dagli studi ufficiali, che al contrario avrebbero smentito la credenza che vede una correlazione tra l’abbassamento dell’età e l’aumento dei rischi di complicazioni anche gravi.

A finire sul banco degli imputati non sarebbero solamente i vaccini a vettore virale, che sono stati abbondantemente sotto la lente delle autorità a seguito di alcuni casi di decessi verificatisi in seguito alla somministrazione del siero, bensì anche i vaccini di nuova generazione a mRNA.

Secondo il parere di alcuni scienziati, i sieri sviluppati da Pfizer e Moderna sarebbero responsabili di una serie di effetti collaterali che sarebbero spesso stati sottovalutati e che in alcune circostanze avrebbero anche contribuito al decesso di alcuni individui.

Ovviamente questa affermazione viene confutata da un nutrito gruppo di ricercatori e scienziati, i quali sottolineerebbero la bassissima incidenza di gravi reazioni avverse ai sieri a mRNA.

L’incidenza di reazioni avverse dopo al somministrazione di Pfizer e Moderna

Secondo alcuni dati riportati dall’OMS e da diverse agenzia nazionali per il controllo dei vaccini anti-COVID, l’incidenza di reazioni avverse gravi nei soggetti under 34 vaccinati con Moderna o Pfizer non sembrerebbe così elevata come molti credono.

In Italia per esempio la percentuale di giovani under 34 che ha manifestato reazioni avverse a seguito della somministrazione dei preparati a mRNA è stata inferiore allo 0,1%. Inoltre, nel 90% dei casi le reazioni avverse sono state lievi, mentre solo nel 10% dei casi si sono manifestati episodi infiammatori seri.

Occorre inoltre sottolineare che nel continente europeo non si è ancora trovata una correlazione inconfutabile tra la somministrazione dei sieri a mRNA e il decesso di soggetti vaccinati.

Per il momento, non sembra quindi plausibile parlare di un conclamato rischio per i giovani che si sottopongono alla vaccinazione. Ovviamente continueremo a seguire la discussione su questo delicato tema.

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