Tamponi “fai da te” gratis anche per i frontalieri: scoppia la polemica

Claudia Mustillo

14/04/2021

14/04/2021 - 13:15

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La nuova strategia della Svizzera per contenere il numero di contagi da Covid-19 e facilitare il relativo tracciamento prevede un investimento di oltre un miliardo di franchi nei test per permettere ai cittadini di effettuare i test in modo gratuito.

Una nuova strategia che cerca di limitare i contagi Covid-19 e facilitare l’individuazione di focolai e i relativi tracciamenti prevista dalla Confederazione, che ha deciso di investire nei test rapidi per individuare e arginare immediatamente le positività. Iniziativa intrapresa per cercare di avvicinare la graduale riapertura degli esercizi commerciali in Svizzera.

L’obiettivo è quello di testare soprattutto la popolazione “mobile”, ossia i lavoratori e coloro che in generale si spostano per motivi di lavoro o necessità. Dal 7 aprile infatti i test sono disponibili nelle farmacie e ogni cittadino potrà usufruire di 5 autodiagnostici al mese (ogni 30 giorni).

Per quanto riguarda invece i test PCR, il costo del test

  • è assunto dalla Confederazione Svizzera se la persona fa il test perché presenta sintomi, perché ha ricevuto una notifica dall’app SwissCovid o perché il test è stato ordinato dal medico o dall’autorità;
  • non è coperto dalla Confederazione Svizzera se per esempio il risultato negativo è necessario per un viaggio.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito

Test gratis per i frontalieri: come funziona?

I frontalieri, cittadini che risiedono in uno stato ma lavorano in un altro, sono stati compresi all’interno della nuova strategia per arginare i contagi della Covid-19, infatti potranno ritirare anche loro i test di autodiagnosi gratuitamente presentando il tesserino della cassa malati o il permesso di lavoro e la tessera sanitaria italiana

La decisione è motivata dai numeri: solo nel Cantone Ticino sono circa 70 mila i frontalieri italiani, eppure nonostante questo è scoppiata la polemica e la decisione è finita al centro del dibattito politico:

“Non si capisce però perché i test ai frontalieri dovremmo pagarli noi! Che vengano fatturati al Belpaese”

ha commentato Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi).

Polemica che la portavoce dell’ordine dei farmacisti del Canton Ticino ha cercato di ridimensionare spiegando:

“Il virus non guarda certo i confini. Se quotidianamente entrano 70 mila persone in Ticino per lavorare è giusto che usufruiscano degli strumenti per poter arginare questa pandemia. Una volta tanto un provvedimento sensato. Non possiamo e non dobbiamo fare distinzioni, ne va della salute della popolazione residente.”

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# Ticino

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