Petrolio di nuovo in calo, quali sono i motivi?

Gabriele Stentella

2 Agosto 2021 - 12:17

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Le quotazioni del petrolio sono calate dell’1% negli ultimi giorni, ma cosa si nasconde dietro questo dato? Analizziamo bene la situazione.

Dopo settimane caratterizzate da un andamento positivo, il prezzo del petrolio è tornato a registrare una frenata che lo ha riportato sotto l’attenzione degli analisti.

In questo momento il Brent scambia a 74,56$ al barile (dato delle ore 12:00), mentre il petrolio texano vede rintracciare le sue quotazioni a 73$ al barile. Fino a questo momento il petrolio ha lasciato sul terreno circa l’1% delle sue quotazioni. Ricordiamo che il petrolio WTI aveva guadagnato poco più del 2,6% in soli sette giorni.

Quali sono i principali motivi di questo rintracciamento?

Petrolio: le principali cause del crollo

Innanzitutto il primo fattore che ha concorso a ridimensionare le quotazioni del petrolio è la diffusione della variante Delta del SARS-CoV-2 in Asia, specialmente in Cina. Infatti secondo quanto riportato dai media cinesi, le autorità di alcuni province hanno imposto nuovi Lockdown locali al fine di contenere il numero sempre crescente dei contagi. Tra le città cinesi soggette a chiusure totali o parziali ci sono la capitale Pechino (lockdown solo in alcuni quartieri) e Nanchino, città in cui si conta attualmente il focolaio di COVID-19 più grande del paese.

Anche in Thailandia e India si stanno registrando nuovi aumenti di contagi, considerando che il secondo paese è uno dei maggiori importatori di diesel al mondo.

Il secondo motivo dietro il crollo del petrolio è da ricercare nei dati relativi alla crescita cinese, risultati troppo al di sotto delle aspettative. La Cina continua a crescere, ma non agli stessi ritmi osservati negli scorsi mesi. Alla luce di ciò si prospetta una graduale riduzione della domanda di greggio anche da parte del Dragone.

Infine molto analisti sono preoccupati dal riaccendersi delle tensioni tra USA e Iran. Infatti il governo USA ha formalmente riconosciuto l’Iran come responsabile di un attacco contro una petroliera israeliana. Ricordiamo che gli USA sono ancora impegnati nei negoziati volti a individuare una soluzione alla delicata questione del nucleare iraniano. Ora queste nuove tensioni rischiano di rendere più difficile il dialogo con Teheran.

Quale futuro per il petrolio?

Da marzo di quest’anno il petrolio aveva conosciuto una crescita mensile stabile. Gli analisti per il momento si mantengono molto cauti nelle previsioni, ma sembra prendere corpo l’ipotesi di un rimbalzo del Brent nel trimestre corrente a quota 75$ al barile.

Non bisogna dimenticare che l’OPEC ha reso noto il suo obiettivo mensile con 400.000 barili di Oro nero in più in questo mese, elemento che avrà sicuramente un peso sulle quotazioni.

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