Petrolio (CRUDE OIL)

A spingerlo verso l’alto, i tagli alla produzione da parte dell’Opec+ e l’attacco ucraino al hub russo sul Mar Nero.

L’industria automobilistica mondiale sta subendo un cambiamento radicale, con implicazioni per il settore energetico, in quanto l’elettrificazione dovrebbe evitare la necessità di 5 milioni di barili di petrolio al giorno entro il 2030.

Secondo i massimi esperti i prezzi di Brent e Wti rimarranno al di sotto dei 100 dollari al barile. Ma sullo sfondo grandi incertezze: una fra tutte la ripresa delle attività in Cina.

Due raffinerie tedesche hanno riportato una perdita nella fornitura di petrolio odierna. Sono in corso indagini per stabilire la natura dei danni.

Nonostante il taglio alla produzione deciso settimana scorsa dall’Opec+, i prezzi del petrolio iniziano a cedere.

Il greggio continua il trend in discesa cha va avanti da inizio settimana. Declino inarrestabile per il gas, che oggi è sceso del 7% e ora viaggia verso i 200 euro.

A mezzogiorno di oggi, un barile costava 102,41 dollari, ben 2,68 in meno di ieri. Preoccupano però la situazione in Libia e le dichiarazioni dell’Arabia Saudita.

La causa della penuria di combustibile è da ricondurre a problemi logistici: il livello del Reno è troppo basso e i treni transfrontalieri non garantiscono un servizio adeguato per via della carenza di personale.

Per gli esperti, le perdite nette registrate dai prezzi del petrolio, nel corso di questa settimana, sono indice di una prossima recessione.

La possibile recessione negli Usa e la ridotta domanda dovuta ai ripetuti lockdown in Cina, non hanno incoraggiato l’Opec a produrre più petrolio.