Svizzera per la pace in Medio Oriente: il discorso di Cassis al Consiglio dell’Onu

Sara Bracchetti

24 Gennaio 2024 - 10:59

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Il capo del Dfae ha preso parte attiva al dibattito ministeriale a New York, invitando al rilascio degli ostaggi, al cessate il fuoco e al rispetto del diritto internazionale umanitario.

Svizzera per la pace in Medio Oriente: il discorso di Cassis al Consiglio dell'Onu

È ora di prendere una posizione forte; manifestare dissenso verso quello che accade lontano, che non ci tocca ma comunque ci riguarda, come individui e rappresentanti di istituzioni. La situazione a Gaza è qualcosa che la Svizzera non può ignorare; lo sa bene il consigliere federale Ignazio Cassis, che ha preso parte attiva al dibattito ministeriale sulla situazione in Medio Oriente presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e ha esposto un’analisi puntuale della situazione con una riflessione sulle possibili soluzioni al conflitto.

La condanna degli attacchi di Hamas

Cassis ha ribadito la posizione del Consiglio federale sul conflitto in Medio Oriente, condannando gli attacchi di Hamas - subito stigmatizzata come organizzazione terroristica - contro Israele e chiedendo il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas. Ha inoltre sottolineato la precaria situazione umanitaria a Gaza: «Dal 7 ottobre, non sembra esserci limite alla violenza in Israele, a Gaza e nei Territori palestinesi occupati».

La necessità di un approccio globale

Il capo del Dipartimento federale affari esteri ha riconosciuto l’impegno del Consiglio di sicurezza dell’Onu nell’adottare, di recente, risoluzioni essenziali che però sono molto difficili da attuare. Solo una parte degli ostaggi è stata infatti rilasciata, ha sottolineato, mentre i civili sono vittime quotidiane dei combattimenti e il diritto internazionale umanitario viene continuamente violato. «Non possiamo cedere alla frustrazione. Non possiamo lasciarci scoraggiare», ha dichiarato Cassis, evidenziando la necessità di un approccio globale per giungere a una soluzione che coinvolga in particolare gli Stati della regione.

L’obiettivo di una soluzione a due Stati

«Senza un consenso politico regionale, una pace duratura in Medio Oriente non potrà essere raggiunta», ha osservato il capo del Dfae. A livello diplomatico, ha dichiarato poi, gli ultimi anni hanno dimostrato che c’è spazio per un accordo politico e per interessi comuni tra Israele e gli Stati della regione: un margine di manovra da utilizzare per lavorare a una pace duratura, che richiederà una soluzione a due Stati. «Questa è l’unica soluzione che darà a israeliani e palestinesi la prospettiva di vivere in pace e sicurezza», ha sottolineato il consigliere federale.

Il ruolo pella Svizzera per la pace

Quale sarà il ruolo della Svizzera in questo processo? La Svizzera è pronta a sostenere questi sforzi in collaborazione con Israele, l’Autorità Palestinese e gli Stati della regione, ha detto Cassis, invitando le parti in conflitto, gli Stati della regione e i membri del Consiglio di sicurezza ad agire per porre le basi di una cessazione duratura delle ostilità e di una soluzione politica alla crisi. Ciò richiederà l’immediato rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco umanitario, il libero accesso degli aiuti umanitari a Gaza e il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario.

In agenda anche l’Ucraina

Diversi gli appuntamenti di Cassis a margine della riunione. A New York, il capo del Dfae ha incontrato i ministri degli esteri di Algeria, Giordania e Libano per discutere del conflitto in Medio Oriente e delle sue implicazioni per la regione. Al Consiglio di sicurezza, ha incontrato anche il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres e Stéphane Séjourné, il nuovo ministro degli esteri francese. Infine, ha avuto un incontro con il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov per discutere della guerra in Ucraina e dei possibili percorsi verso la pace.

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