BNS: nessuna modifica all’attuale politica monetaria

Gabriele Stentella

24 Settembre 2021 - 08:01

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La Banca Nazionale Svizzera lascerà inalterata l’attuale politica monetaria, tuttavia sono state leggermente riviste al ribasso le stime sul PIL svizzero nel 2021.

In un nuovo comunicato la Banca Nazionale Svizzera ha comunicato l’intenzione di non modificare l’attuale politica monetaria della Confederazione.

L’istituto non ha negato che la pandemia abbia provocato importanti disagi anche all’economia elvetica, sebbene la Svizzera abbia saputo reagire meglio di alcuni paesi europei. La ripresa economica nell’ultimo trimestre dell’anno e nei primi tre mesi del 2022 è destinata a proseguire, ma la BNS sembra non essere più molto convinta delle sue iniziali previsioni sul PIL.

Quali correzioni sono in arrivo sul fronte del Prodotto Interno Lordo? Quali altre novità sono emerse dal report trimestrale pubblicato in questi giorni?

BNS: piccola correzione del PIL nel 2021, tassi rimarranno invariati

Per il momento le manovre espansive della Banca Nazionale Svizzera non subiranno rivisitazioni. Dopo una breve assenza per un’operazione al cuore, il Presidente della BNS Thomas Jordan è tornato a rassicurare circa il mantenimento al valore di -0,75% del tasso guida e di quello sugli averi a vista. Si è poi aggiunto che la BNS è pronta in ogni momento a intervenire sul tasso di cambio del Franco svizzero, che è ancora considerato abbastanza elevato.

In secondo luogo si è tornato a parlare del PIL svizzero, le cui stime iniziali lo davano al 3,5% per la fine del 2021. Ora le nuove previsioni danno il PIL pari al 3%, una correzione giustificata dall’andamento dei consumi correlati al commercio al dettaglio e ai settori alberghiero e turistico.

In una nota la BNS spiega tuttavia che nel secondo trimestre del 2021 il PIL svizzero è cresciuto più delle aspettative, arrivando a sfiorare i livelli pre-crisi. Parlando invece di Inflazione, la BNS ha alzato leggermente l’asticella al valore di 0,5% per il 2021 e 0,7% per il 2022. Nel 2023 invece l’Inflazione dovrebbe toccare lo 0,6%.

Il parere della BNS sulla crisi Evergrande

Il Presidente della BNS Jordan non ha ignorato le domande giunte da molti riguardo la crisi del gigante immobiliare cinese China Evergrande Group. Come si ricorda, la società con sede a Shenzhen è alle prese con una crisi senza precedenti legata al suo eccessivo indebitamento. In molti paesi europei e negli USA non sono mancati gli allarmismi riguardanti un possibile rischio sistemico legato all’eventuale fallimento di Evergrande.

Thomas Jordan non ritiene che al momento ci siano sufficienti e valide ragioni per temere una crisi economica simile a quella del 2008 nel caso in cui Evergrande dovesse fallire. Allo stesso modo però il Presidente della BNS non minimizza più di tanto i rischi legati a questo scenario.

Jordan ha poi aggiunto che le grandi banche dovrebbero disporre di maggiori capitali propri per minimizzare i rischi causati dall’insolvenza dei debitori.

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