Intelligenza artificiale e disinformazione: la catastrofe globale è ormai alle porte

Sara Bracchetti

10/01/2024

10/01/2024 - 21:15

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L’allarme del Global Risks Report 2024, pubblicato dal Wef poche ore fa: gli esperti temono il tracollo nei prossimi dieci anni, uno su tre addirittura entro il 2026. Fra le ragioni, anche il costo della vita e il divario sociale.

Intelligenza artificiale e disinformazione: la catastrofe globale è ormai alle porte

Come atteso, arriva il report dei rischi globali del World Economic Forum, pubblicato giusto poche ore fa. Se l’anno scorso a tenere banco erano state recessione e guerra in Ucraina, quest’anno lo scenario si amplia. Per il 2024, il Wef mette in guardia da un panorama di rischi globali in cui i progressi nello sviluppo umano vengono lentamente indeboliti, lasciando gli stati e gli individui vulnerabili a rischi nuovi e ricorrenti.

Sempre meno cooperazione internazionale

In un contesto di cambiamenti sistemici nelle dinamiche del potere globale, nel clima, nella tecnologia e nella demografia, dice il Wef, i rischi globali stanno portando al limite la capacità di adattamento del mondo. Così si esprime il Global Risks Report 2024, sostenendo che la cooperazione su questioni globali urgenti potrebbe scarseggiare sempre più, richiedendo nuovi approcci per affrontare i rischi. Due terzi degli esperti globali prevedono che nel prossimo decennio prenderà forma un ordine multipolare o frammentato, in cui le medie e grandi potenze si contenderanno e stabiliranno – ma anche imporranno – nuove regole e norme.

Le opinioni di esperti, politici e leader

Il rapporto, prodotto in collaborazione con Zurich Insurance Group e Marsh McLennan, si basa sulle opinioni di oltre 1.400 esperti, politici e leader del settore intervistati nel settembre 2023. I risultati evidenziano una prospettiva prevalentemente negativa per il mondo a breve termine, che si prevede che peggiori nel lungo termine. Mentre il 30% degli esperti globali prevede un’elevata probabilità che si verifichino catastrofi globali nei prossimi due anni, quasi due terzi se lo aspettano nei prossimi 10 anni.

L’appello a riunirsi per affrontare la crisi

Un ordine globale instabile caratterizzato da narrazioni polarizzanti e insicurezza, il peggioramento degli impatti di condizioni meteorologiche estreme e l’incertezza economica stanno causando un aumento dei rischi – tra cui la disinformazione e la disinformazione – per propagarsi”, ha affermato Saadia Zahidi, amministratore delegato del World Economic Forum - I leader mondiali devono riunirsi per affrontare le crisi a breve termine e gettare le basi per un futuro più resiliente, sostenibile e inclusivo."

Aumento della disinformazione e dei conflitti

Le preoccupazioni per una crisi persistente del costo della vita e i rischi intrecciati di disinformazione e disinformazione guidata dall’intelligenza artificiale, nonché la polarizzazione sociale, hanno dominato le prospettive dei rischi per il 2024. Il nesso tra informazioni falsificate e disordini sociali sarà al centro dell’attenzione durante le elezioni in diverse grandi economie che si svolgeranno nei prossimi due anni. Il conflitto armato interstatale sarà invece una delle cinque principali preoccupazioni: con i numerosi conflitti in corso, le tensioni geopolitiche sottostanti e il rischio di erosione della resilienza sociale stanno creando il contagio dei conflitti.

Incertezza economica e divario tecnologico

I prossimi anni saranno ancora segnati da una persistente incertezza economica e da crescenti divari economici e tecnologici. La mancanza di opportunità economiche è al sesto posto delle preoccupazioni. Nel lungo termine potrebbero formarsi barriere alla mobilità economica, escludendo ampi segmenti della popolazione. I paesi esposti ai conflitti o vulnerabili dal punto di vista climatico potrebbero essere sempre più isolati dagli investimenti, dalle tecnologie e dalla relativa creazione di posti di lavoro. In assenza di percorsi verso mezzi di sussistenza sicuri e protetti, gli individui potrebbero essere più inclini alla criminalità, alla militarizzazione o alla radicalizzazione.

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