Unia scende in campo contro la riforma Avs21. "È inaccettabile"

Chiara De Carli

23 Maggio 2022 - 10:16

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Dopo la Conferenza delle donne organizzata dal sindacato, Unia pensa a una mobilizzazione generale per il 14 giugno 2023.

Unia scende in campo contro la riforma Avs21. "È inaccettabile"

Nel 2019 erano mezzo milione le persone che avevano protestato in mezzo alla strada per il divario salariale e le discriminazioni nel mondo del lavoro in occasione dello sciopero delle donne. Un problema ancora presente al giorno d’oggi e per questo nei giorni scorsi 160 donne appartenenti al sindacato Unia si sono riunite a Bellinzona, in concomitanza della Conferenza delle donne Unia e la settima Conferenza dei tre Paesi: Svizzera, Germania e Austria. Le presenti hanno poi ribadito la loro posizione riguardo la riforma Avs21 e avviato i preparativi per un nuovo sciopero in programma il 14 giugno 2023.

«Con l’Avs 21 – ha dichiarato Vania Alleva, presidente di Unia – le donne dovrebbero lavorare un anno in più e riceverebbero la pensione un anno in meno. Non solo: la destra punta addirittura a imporre un’età di pensionamento generalizzata di 67 anni. L’Avs 21 è inaccettabile!».

No all’AVS 21

I dibattiti hanno evidenziato che troppo spesso le donne percepiscono redditi bassi nell’arco di tutta la vita lavorativa perché sono costrette a lavorare a tempo parziale. Devono infatti accudire figli e familiari. I salari bassi sono molto diffusi nelle professioni «tipicamente femminili» e raramente le donne hanno accesso alle posizioni meglio retribuite. Le donne guadagnano il 20% in meno degli uomini. Di conseguenza anche i loro contributi al 2° pilastro sono bassi. Al termine del loro percorso lavorativo ricevono una rendita inferiore di un terzo a quella degli uomini. Dobbiamo pertanto aumentare i salari troppo bassi e le rendite delle donne, non la loro età di pensionamento!

Uno sciopero nel 2023

I dibattiti condotti in questa due giorni hanno evidenziato che a 3 anni di distanza dal grande sciopero delle donne del 2019, che aveva attirato mezzo milione di persone in strada, il divario salariale e le discriminazioni nel mondo del lavoro sono ancora troppo diffusi. Secondo Unia la riforma Avs 21 sferra un nuovo attacco ai diritti delle donne e per questi motivi hanno deciso di mobilitarsi in vista del prossimo 14 giugno e ancor più su larga scala l’anno successivo.

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