Donne in pensione a 65 anni? Gli svizzeri chiedono il referendum. Ecco perché

Chiara De Carli

16 Febbraio 2022 - 13:34

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Il 17 dicembre 2021 il Consiglio federale aveva approvato la riforma AVS21. Una modifica che non è piaciuta a sinistra e sindacati a cui poi ha fatto seguito la richiesta di referendum.

Donne in pensione a 65 anni? Gli svizzeri chiedono il referendum. Ecco perché

Più di centomila firme in meno di due mesi. Sindacati e sinistra ce l’hanno fatta. Il referendum contro la riforma dell’AVS si farà e i cittadini svizzeri potranno dire la loro. In ballo c’è la questione riguardante le modifiche della legge sulla previdenza sociale che, tra l’altro, prevede l’aumento a 65 anni dell’età di pensionamento per le donne.
La posizione di sindacati e sinistra si distacca da quella espressa da altre organizzazioni, che sulla questione hanno assunto una linea opposta.

Sul quotidiano "Blick" il presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS) e consigliere nazionale Pierre-Yves Maillard (PS/VD) ha spiegato che nel giro di 50 giorni sono state raccolte 100’000. Un traguardo reso possibile soprattutto grazie all’appoggio dell’elettorato femminile, "parecchio arrabbiato".

Svantaggi per le donne

La proposta avanzata a inizio gennaio da parte del Parlamento ha spinto il comitato che riunisce PS, Verdi, sindacati e associazioni femminili a richiedere il referendum. L’intento: contrastare un progetto, a loro avviso, non ottimale per le assicurazioni sociali.

Il comitato referendario ha sottolineato poi come la maggior parte dei costi della riforma pensionistica dovrà essere sostenuta dalle donne. Uno smacco per le lavoratrici, già penalizzate da rendite di vecchiaia più basse.

Il previsto aumento dell’età pensionabile da 64 anni a 65, farà risparmiare 10 miliardi di franchi circa, anche se a loro scapito. Secondo il comitato referendario, significa un taglio delle rendite di circa 1’200 franchi l’anno a danno delle lavoratrici. Con una riforma che non rispetta la promessa fatta di rendite dignitose per tutti.

Cosa prevede la riforma AVS21?

Era il 17 dicembre del 2021 quando il Consiglio nazionale approvava la riforma AVS21. Una modifica necessaria - a detta del Parlamento - per assicurare l’equilibrio finanziario dell’assicurazione e per mantenere il livello delle sue prestazioni. La terza fase della riforma prevede in modo particolare l’aumento dell’età di pensionamento per gli uomini e per le donne a 65 anni nell’AVS e nella previdenza professionale obbligatoria, con un incremento graduale dell’età di riferimento per il genere femminile di tre mesi all’anno.

Misure compensatorie

Per rendere più digeribile la riforma, sono state messe in campo delle misure compensatorie. Tra le quali, vantaggi per le donne che andranno in pensione nei 9 anni successivi all’adozione della riforma.

Previsto poi un supplemento variabile in relazione all’anno di nascita e al reddito, aumentato per redditi medio-bassi.
Il supplemento pieno ammonterà:
- a 160 franchi al mese per le donne con un reddito fino a 57’360 franchi;
- a 100 franchi per reddito fino a 71’700 franchi;
- a 50 franchi con un reddito superiore a 71’700 franchi.

Pensionamento flessibile

Secondo i sindacati, anche gli uomini sono direttamente interessati dalla riforma AVS21. Se inizialmente il Consiglio federale aveva chiesto la riscossione della rendita anticipata a partire dai 62 anni, le decisioni poi hanno preso un’altra piega. La riforma infatti prevede per tutti la possibilità di anticipare o rinviare anche solo parte della rendita tra i 63 e i 70 anni sia nell’AVS e nella previdenza professionale. Mentre per chi deciderà di proseguire l’attività lavorativa oltre i 65 anni è prevista una rendita superiore, dato che i contributi saranno versati per un periodo di tempo più lungo.
A beneficiare di condizioni più favorevoli per il prepensionamento saranno donne della generazione transitoria, a partire dai 62 anni. Se ad esempio una donna decidesse di andare in pensione a 64 anni, con un reddito non superiore a 57’360 franchi, la sua rendita non sarà ridotta.

Il finanziamento e l’aumento dell’IVA

L’altro elemento cardine della riforma è l’aumento dell’IVA di 0,4 punti percentuali. L’introito supplementare verrà interamente attribuito al Fondo di compensazione AVS permettendogli così di raggiungere un grado di copertura sufficiente. Questo punto, già approvato dalla due Camere in prima lettura, è sottoposto a votazione popolare obbligatoria, dato che comporta una modifica della Costituzione.

Referendum approvato, due votazioni per cui esprimersi

Il successo del referendum lanciato dalla sinistra significa che i cittadini svizzeri – e i Cantoni – dovranno esprimersi due volte sullo stesso tema. Un evento non nuovo. Il 24 settembre del 2017 il popolo veniva chiamato alle urne per una doppia votazione riguardante la Previdenza per la vecchiaia 2020. La legge venne respinta con il 52,7% di “no”, il decreto sull’innalzamento dell’IVA con 50,05% di voti negativi (e 13,5 Cantoni).

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