Affitti, per gli inquilini va sempre peggio: nel 2024 atteso un rincaro fino all’8%. L’analisi

Chiara De Carli

10 Agosto 2023 - 10:18

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Secondo l’analisi di Raiffeisen, previsti nuovi aumenti del tasso d’interesse del canone di locazione.

Affitti, per gli inquilini va sempre peggio: nel 2024 atteso un rincaro fino all'8%. L'analisi

Nulla di buono sul fronte dell’immobiliare. Dopo l’aumento del tasso di riferimento ipotecario avvenuto lo scorso 1° giugno, all’orizzonte si delineano dei nuovi aumenti. A cominciare dal prossimo dicembre, quando il il tasso d’interesse di riferimento sarà portato all’1.75 per cento, dicono gli esperti di Raiffeisen nell’analisi diffusa questa mattina. Insomma, gli inquilini oltre a non potersi permettere di acquistare una casa e dover fare i conti con il caro vita devono anche confrontarsi con il rincaro degli affitti. Gli esperti prevedono poi ulteriori rialzi, ad aprile e dicembre 2024.

Aumento degli affitti fino all’8%

Stando ai calcoli degli esperti di Raiffeisen il rincaro complessivo a cui dovranno far fronte gli inquilini sarà pari al 3%. Perché all’aumento del tasso di riferimento, si aggiunge l’inflazione accumulata che i locatori possono far valere. Allo stesso stempo, nel 2024, i prezzi degli affitti misurati ufficialmente potrebbero raggiungere un aumento pari all’8%.

«Nella maggior parte dei casi i locatori possono imporre senza problemi questi affitti più elevati perché il mercato degli appartamenti in locazione si sta prosciugando in ragione dell’elevato tasso di immigrazione, dell’insufficiente attività edilizia residenziale e del numero di nuove utenze domestiche recentemente in forte crescita», afferma Fredy Hasenmaile, Economista capo di Raiffeisen Svizzera.

Pipeline di progetti ridotta
Fonte: Raiffeisen

Si punta sulle cooperative edilizie

Dal punto di vista dei locatari offrono molti vantaggi, visto che mettono a disposizione spazi abitativi estremamente convenienti e interessanti e contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di politica sociale. Proprio le famiglie a basso reddito beneficiano in modo sovraproporzionale di questi appartamenti economici che comportano benefici anche in chiave sostenibile, dato che sono legati a un consumo di superficie decisamente inferiore rispetto ad altre tipologie di immobili. Ma occorre fare chiarezza.

«Fino a quando non ci sarà trasparenza in merito alla portata del sovvenzionamento indiretto e non si mostrerà meglio perché un incentivo mirato, specifico per determinati soggetti – quindi un supporto diretto alle famiglie bisognose – non produce gli effetti auspicati, i costruttori di abitazioni di pubblica utilità sono i migliori locatori solo a prima vista», afferma Fredy Hasenmaile.

Correzioni di prezzo solo rimandate

Sul mercato delle abitazioni di proprietà non si registra ancora un rallentamento della dinamica dei prezzi, nonostante l’evidente calo della domanda e un’offerta sensibilmente più fluida. Recentemente i prezzi delle abitazioni di proprietà sono cresciuti ancora su base annua, di oltre il cinque per cento. Teoricamente la svolta dei tassi dovrebbe fare pressione sul livello dei prezzi, ma di questa evoluzione sostanzialmente non si vedono ancora segni concreti. È vero che gli acquirenti ottengono gradualmente potere di contrattazione, ma nella maggior parte dei casi i venditori trovano ancora sostituti e, finora, non hanno quindi sostanzialmente adeguato le loro aspettative di prezzo. Il calo del numero delle transazioni indica tuttavia che diventano sempre più frequenti aspettative di prezzo divergenti.

Tensioni sui mercati regionali
Fonte: Raiffeisen

Fine dei prezzi gonfiati all’orizzonte?

Ma forse, il boom dei prezzi delle abitazioni di proprietà potrebbe trovare una fine.

«Prevediamo che i prezzi delle abitazioni di proprietà subiranno una certa correzione a partire al massimo dal 2024. I prezzi offerti per le abitazioni di proprietà hanno infatti già reagito e registrano ora solo movimenti laterali. I cali dei prezzi attesi dovrebbero però essere esigui in ragione dell’offerta estremamente scarsa», conclude Hasenmaile.

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