Shrinkflation cos’è e perché bisogna stare attenti

Matteo Casari

25/08/2022

26/08/2022 - 08:57

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Stesso prezzo, prodotto più piccolo. Ecco come molte aziende contrastano l’aumento delle materie prime. Fa sempre più notizia la “shrinkflation”, un effetto collaterale dell’inflazione, divenuto recentemente anche argomento di discussione sui social.

Shrinkflation cos'è e perché bisogna stare attenti

La crisi economica, energetica e geopolitica mondiale ha causato un aumento dell’inflazione esponenziale. Soprattutto in Europa i prezzi dei beni di consumo e dei servizi è schizzato alle stelle, e ancora non sembrerebbe aver raggiunto il suo picco. L’aumento dei costi dei prodotti che consumiamo quotidianamente è sotto gli occhi di tutti, mettendo in crisi le economie dei cittadini. In realtà l’inflazione agisce in molti altri modi, causando conseguenze collaterali. È questo il caso della shrinkflation, che per altro è diventato un trend di dibattito sui social media.

Gli effetti collaterali dell’inflazione

Il termine shrinkflation, che può sembrare nuovo ad alcuni, sta diventando il soggetto di nuove tendenze sui social, ma anche sui vari siti di informazione in rete e nei media tradizionali. In particolare sulla piattaforma TikTok è venuto alla luce questo nuovo trend “critico” nei confronti della shrinkflation, che spiega abbastanza chiaramente di cosa si tratta. Molti giovani hanno pubblicato dei video in cui mettono in paragone alcuni dei prodotti da loro consumati, rilevando come siano cambiati a partire dall’inizio della crisi. Le modifiche di questi consistono nella riduzione delle dimensioni e del peso del prodotto, della confezione o di entrambe. La vera beffa è in realtà che nonostante queste riduzioni, il prezzo di vendita è rimasto invariato rispetto al passato, se non addirittura è aumentato.

Il significato in economia

Mentre certi marchi hanno deciso di far fronte all’inflazione aumentando direttamente il prezzo dei propri prodotti, altri hanno deciso di agire con questi metodi più “subdoli”, rimpicciolendo il contenuto o il packaging in modo spesso impercettibile al consumatore. È proprio in questo elemento che consiste il fenomeno dello shrinkflation. In economia è definita come una strategia commerciale che consiste nel ridurre le dimensioni o la quantità di un prodotto mantenendo invariato invece il prezzo.
Termini in lingua italiana considerati sinonimi, anche se poco usati, sono “sgrammatura” o “riporzionamento”. Il termine inglese è un neologismo formato dalle parole “shrink” (che significa restringere) e “inflation” (inflazione).
Questo metodo consente alle aziende produttrici di fare fronte all’aumento dei costi di produzione semplicemente producendo meno quantità, tenendo però i prezzi come prima, mantenendo più o meno stabili i guadagni. Rispetto al normale aumento dei prezzi, questa tecnica risulta più raggirante, e per questa criticata dai consumatori più attenti.

Una problematica virale

Tramite video divenuti virali su TikTok, sono già numerosi i brand presi di mira e accusati di praticare la shrinkflation. Successivamente sono state molte le persone a notare questi cambiamenti, anche riguardanti i loro brand preferiti e abituali. Addirittura certe compagnie hanno rivelato pubblicamente di aver preso queste misure per far fronte all’aumento dei costi di produzione. Sono già svariate le grandi aziende che sono state smascherate o che hanno ammesso di far uso di questa pratica ingannevole, tra queste ci sono McDonald’s, Pepsi (anche tramite le controllate Lays, Gatorade e Lipton), Domino’s Pizza e Mondelez (multinazionale che produce Tuc, Cipster, Splendid, Oreo e molti altri).

Quindi, nei prossimi acquisti date un occhio al peso dei vostri prodotti preferiti e paragonatelo sempre al prezzo proposto.

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