Come saranno le vendite al dettaglio nel 2022? Le previsioni di Credit Suisse

Redazione

5 Gennaio 2022 - 14:07

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Secondo gli autori dello studio, nel 2022 potrebbe realizzarsi una contrazione delle vendite pari al 5,5% nel commercio al dettaglio per i prodotti food e al 2,8% nel segmento no-food.

Come saranno le vendite al dettaglio nel 2022? Le previsioni di Credit Suisse

Credit Suisse ha pubblicato oggi lo studio annuale «Retail Outlook» in collaborazione con la società di consulenza Fuhrer & Hotz, relativo alle previsioni della vendita al dettaglio per il 20222.

Effetto Special Days

Nel 2021 la pandemia non ha intaccato la popolarità di quelli che vengono definiti gli «Special Days». Operazioni come «Singles’ Day», «Black Friday» e «Cyber Monday» sono diventate giornate ormai comuni alla maggioranza dei consumatori. Partecipando a queste campagne di offerte speciali, i rivenditori al dettaglio confidano di raggiungere gli obiettivi di fatturato e di aumentare l’afflusso dei visitatori.

Cosa c’è che non va

Gli «Special Days» però non sono esenti da aspetti negativi. Secondo gli autori dello studio, nel 2022 potrebbe realizzarsi una contrazione delle vendite pari al 5,5% nel commercio al dettaglio per i prodotti food e al 2,8% nel segmento no-food.

Food e no-food

Nel 2021 le chiusure imposte per la pandemia ai negozi no-food hanno generato una drastica riduzione del fatturato nel primo trimestre. A dispetto di tutto, grazie recupero realizzato nell’anno, il livello pre-crisi è stato superato. Nel frattempo, il commercio dei prodotti alimentari ha beneficiato per diversi mesi di una situazione di concorrenza ristretta ed è riuscito a sua volta a eguagliare le vendite dell’anno precedente.
In generale, per i dettaglianti il 2021 ha espresso, in termini di fatturato e proventi, un risultato più positivo di quanto ipotizzato all’inizio dell’anno.

Special Days e il calendario retail

Gli «Special Days» rappresentano un’esperienza di acquisto nota alla maggioranza dei consumatori svizzeri.
Eppure «Singles’ Day», «Black Friday» e «Cyber Monday» sono stati utilizzati solo da una minoranza: i risultati del sondaggio condotto dai responsabili della ricerca, ha messo in evidenza come gli acquisti aggiuntivi dei consumatori realizzati in questi momenti, siano una piccola parte.

L’adesione dei venditori

Tra i rivenditori al dettaglio, il tasso di partecipazione al «Black Friday» ha già superato il 50%. Oltre agli obiettivi di vendita, partecipando alle giornate di sconto i negozianti vogliono anche accrescere l’afflusso dei visitatori. Tuttavia, l’incremento di fatturato realizzato agli «Special Days» è più sostenuto nel commercio online che nei negozi tradizionali. Ciò ha spinto gli esercenti che puntano sulla vendita diretta, a mettere in dubbio l’utilità degli «Special Days».

L’opinione dei consumatori

Ciò malgrado, gli «Special Days» non sono esenti da critiche, né tra i commercianti al dettaglio né tra i consumatori. Una parte dei negozianti dubita infatti dell’utilità degli «Special Days» in prospettiva dello sviluppo delle vendite e degli utili. La possibile «cannibalizzazione» delle vendite natalizie, infatti, ha un ruolo tutt’altro che trascurabile. Anche dal fronte dei consumatori si levano voci che per motivi di sostenibilità mettono in discussione gli «Special Days», in quanto promuovono il consumo eccessivo.

Ma veniamo all’anno appena iniziato

Secondo lo studio pubblicato da Credit Suisse , nel 2022 i fatturati dovrebbero scendere, rimanendo tuttavia al di sopra dei livelli del 2019.
Alcuni dei driver che hanno favorito le vendite durante la pandemia saranno probabilmente un po’ più blandi nel 2022, per cui sarà difficile per il commercio al dettaglio mantenere le cifre di vendita realizzate nel 2021.
Tuttavia, con flessioni nominali previste del 5,5% nel commercio al dettaglio food e del 2,8% nel segmento non food, le vendite in entrambi i settori rimarrebbero al di sopra dei loro livelli pre-crisi.
Lo spostamento del fatturato dal canale offline a quello online, però, dovrebbe rimanere importante.

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