Il Kof conferma le previsioni della Seco: nel 2023 il Pil si fermerà all’1,0%

Matteo Casari

15 Dicembre 2022 - 11:49

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Le previsioni del KOF di questo inverno evidenziano una stabilizzazione dello scenario economico difficile: crisi energetica, tensioni geopolitiche e inflazione continueranno a influire negativamente sull’economia elvetica.

Il Kof conferma le previsioni della Seco: nel 2023 il Pil si fermerà all'1,0%

Secondo le ultime previsioni economiche del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF), quest’anno il prodotto interno lordo (PIL) della Svizzera aumenterà del 2,1% in termini reali, mentre il prossimo crescerà solo dell’1% a causa del rallentamento dell’economia globale. Il KOF conferma quindi le prospettive economiche che aveva elaborato durante l’autunno.

Economia svizzera solida ma non immune

La crisi energetica, l’aumento dell’inflazione e la fine degli effetti di recupero dalla pandemia COVID-19 hanno recentemente fatto crollare gli indicatori economici internazionali. In alcuni Paesi si prevede un calo della produzione economica per questo inverno o per la prima metà del 2023.
Nemmeno l’economia svizzera potrà sfuggire completamente a questa tendenza. Tuttavia, grazie alla sua solidità elevata, dovrebbe riuscire a evitare la recessione, anche se il livello di produzione dovrebbe rimanere stagnante.
Secondo le previsioni del KOF, il Pil reale svizzero aumenterà in media del 2,1% quest’anno, ma solo dell’1% nel 2023 e dell’1,7% nel 2024.

L’inflazione continuerà a scendere

Di recente, l’inflazione in Svizzera è leggermente diminuita a causa del calo dei prezzi del petrolio. Il tasso d’inflazione, pari a circa il 3%, è di gran lunga inferiore a quello degli altri Paesi europei, ma ben al di sopra dell’obiettivo della Banca nazionale svizzera (BNS), del 2%. Poiché i prezzi regolamentati dell’energia saranno aumentati nel primo trimestre del 2023, ci saranno ulteriori pressioni inflazionistiche. L’affievolimento di questi effetti farà scendere l’inflazione nel corso del 2023.
Il KOF prevede un aumento dei prezzi al consumo del 2,9% per l’intero 2022, del 2,3% nel 2023 e dell’1,1% nel 2024.

Disoccupazione stabile, salari reali in calo

Con il rallentamento dell’economia, il boom del mercato del lavoro si indebolirà verso la fine dell’anno e l’aumento dell’occupazione si stabilizzerà. Questa crescita più debole dell’occupazione significa che la disoccupazione non diminuirà ulteriormente. Tuttavia, il KOF non prevede dall’altra parte nemmeno un aumento sensibile della disoccupazione. Il tasso di disoccupazione, secondo la definizione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), dovrebbe attestarsi quest’anno al 4,2%. Il KOF prevede il 4,1% e il 4,3% rispettivamente per il 2023 e il 2024.
I salari reali dovrebbero diminuire dell’1,3% nel 2022, poiché i datori di lavoro, i lavoratori e i sindacati non sono stati in grado di tener conto degli aumenti inaspettatamente elevati dell’inflazione nelle loro trattative salariali. Dato che l’inflazione rimane elevata, è probabile che gli accordi salariali del prossimo anno saranno più alti che in passato. Nonostante il rallentamento dell’economia, inoltre, la situazione favorevole del mercato del lavoro fa sì che gli aumenti salariali compensino la perdita di potere d’acquisto legata all’inflazione, con i salari reali che dovrebbero aumentare di appena lo 0,1% nel 2023 e di un ulteriore 0,6% nel 2024.

Gli effetti di ripresa dalla pandemia

L’indagine sul sentimento dei consumatori condotta dalla Segreteria di Stato per l’Economia (SECO) ha toccato un nuovo minimo storico in ottobre. Ciononostante, si prevede che i consumi privati cresceranno di un impressionante 4,1% nel 2022, soprattutto grazie agli effetti di recupero a seguito della pandemia COVID-19 nella prima metà del 2022.
La crescita dei consumi sarà probabilmente inferiore alla media per tutto il 2023 a causa del calo dei redditi reali disponibili. Tuttavia, la situazione incoraggiante del mercato del lavoro e gli effetti di recupero dalla pandemia impediscono una calo di queste statistiche. Il KOF prevede un aumento del 2% dei consumi privati per l’intero 2023.

Le esportazioni cresceranno nella seconda metà del 2023

Si prevede che nella prima metà del 2023 le esportazioni restino stabili a causa della debolezza dell’economia internazionale. Lo stesso vale per le importazioni. Poiché si prevede una ripresa economica per l’Europa nella seconda metà del 2023, anche le esportazioni dovrebbero aumentare. Il KOF prevede un aumento delle esportazioni del 2,1% per l’intero 2023, dopo l’aumento del 4,7% di quest’anno. Nel 2024 si prevede una crescita delle esportazioni del 5,3%.

La penuria energetica e l’incertezza geopolitica

Il rischio di una crisi energetica in Svizzera e in altre parti d’Europa è recentemente diminuito. Le ragioni, oltre al minor consumo di energia dovuto al rallentamento dell’economia, sono le temperature miti dell’autunno, le abbondanti precipitazioni e, presumibilmente, gli sforzi sempre più efficaci per risparmiare energia e passare a risorse energetiche meno scarse.
Alla minaccia di una crisi energetica si aggiungono i consueti rischi di recessione. Ad esempio, le banche centrali potrebbero essere costrette a prendere provvedimenti drastici se l’inflazione si rivelasse più ostinata del previsto. Inoltre, la pandemia da coronavirus potrebbe tornare se una nuova e pericolosa variante si dimostrasse immune ai vaccini esistenti. I conflitti geopolitici sull’Ucraina e su Taiwan potrebbero aggravarsi ulteriormente, anche se Cina e Stati Uniti sembrano aver recentemente ritrovato un’intesa rassicurante. All’orizzonte si intravedono già i segnali di una nuova potenziale crisi del debito in Europa, dovuta al rapido aumento della spesa pubblica.
Allo stesso tempo ci sono anche prospettive di rialzo. La Cina, ad esempio, potrebbe registrare una ripresa economica dopo aver recentemente abbandonato la politica dello zero-COVID, con un impatto positivo sull’economia globale. Inoltre, questa inversione di politica attenuerà i problemi di approvvigionamento internazionale. Infine, i prezzi dell’energia e l’inflazione generale potrebbero diminuire più rapidamente del previsto, riducendo i costi di produzione e consentendo una riduzione dei tassi di interesse.

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