Che fare con i patrimoni russi? La Svizzera aspetta di vedere come si muoverà l’Ue

Sara Bracchetti

13 Dicembre 2023 - 15:56

condividi
Facebook
twitter whatsapp

Affidata l’analisi di due direttive dell’Unione, che però non sono ancora definitive: si attende l’adozione formale dei testi prima di pronunciarsi su un allineamento o una presa di distanze.

Che fare con i patrimoni russi? La Svizzera aspetta di vedere come si muoverà l'Ue

Mentre la guerra è ormai un ricordo lontano, una memoria accantonata nell’opinione pubblica che più non ne parla, il potere non smette di dedicare pensieri a una realtà che è ormai in corso da quasi due anni e non accenna ad avvicinarsi alla fine. Come comportarsi nei confronti della Russia? Come nei confronti dei suoi cittadini? Il dibattito resta in corso: nel mondo, in Europa e in Svizzera.

Attenzione al dibattito internazionale

Il Consiglio federale, in particolare, continua a seguire da vicino le discussioni internazionali sulla sorte degli averi russi sanzionati, con focus particolare sugli sviluppi legislativi all’interno dell’Unione europea. Ha dunque incaricato il Defr e il Dfae di completare l’analisi di due direttive europee e di sottoporgli i risultati, in modo da decidere quale sia l’azione migliore da intraprendere.

Accordi politici non definitivi

Preso atto dell’accordo politico raggiunto all’interno dell’Unione sulla proposta di direttiva relativa alla definizione dei reati e delle sanzioni per la violazione delle misure restrittive dell’Ue, nonché del progetto di direttiva riguardante il recupero e la confisca dei beni, il governo ha però preso temporaneamente le distanze, facendo notare come i testi di queste direttive non siano ancora stati pubblicati né formalmente adottati.

L’autonomia del diritto elvetivo

Il Consiglio federale ha ad ogni modo ricordato che il diritto svizzero consente di perseguire e punire penalmente coloro che violano le sanzioni internazionali. Solo però davanti ai testi definitivi prenderà una decisione ufficiale riguardo a come muoversi: se allinearsi all’Ue o effettuare delle modifiche.

Il ritardo dell’Ue e le discussioni del G7

L’incarico affidato a Dfae e Defr risale in verità al giugno 2023 e i dipartimenti avrebbro dovuto portarlo a termine alla fine dello scorso mese. Le conclusioni sono state però rinviate a data da destinarsi, quando cioè si avrà la certezza che ai documenti dell’Ue non saranno apportati cambiamenti. Nel frattempo, il Consiglio federale continua a seguire da vicino gli altri lavori in corso a livello internazionale sui valori patrimoniali russi sanzionati, in particolare le discussioni del G7 e quelle all’interno dell’Ue sui beni pubblici russi immobilizzati.

Obiettivo: coerenza con se stessi

La Svizzera si è impegnata per far sì che i vari dibattiti in corso portino a soluzioni coerenti con il suo sistema giuridico, con il diritto internazionale e con i suoi obiettivi di politica estera.

Iscriviti alla newsletter