Ignazio Cassis stringe la mano al ministro russo Sergey Lavrov. È bufera sul web

Matteo Casari

23/09/2022

23/09/2022 - 11:43

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Durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il Presidente della Confederazione è stato ritratto in atteggiamenti amichevoli con Sergey Lavrov, ministro degli esteri della Russia. Inevitabili e immediate le polemiche in rete e sui media.

Ignazio Cassis stringe la mano al ministro russo Sergey Lavrov. È bufera sul web

Il Presidente della Confederazione Ignazio Cassis ha incontrato e discusso con il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov. Il tête-à-tête tra i due, testimoniato da varie foto tra strette di mano e sorrisi, è avvenuto mercoledì 21 settembre a margine della 77esima Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. La notizia ha subito scatenato numerose controversie e critiche sui media e sul web, dato che di questi tempi non capita spesso di vedere un leader politico mondiale fraternizzare con un diplomatico russo.

L’indignazione sui social

«È normale in Svizzera stringere la mano ai criminali?», «Abbiamo perso la neutralità!», e ancora «Hai messo in ridicolo te e il tuo paese». Questi sono solo alcuni dei commenti postati su Twitter da alcuni utenti sotto il post del Presidente svizzero a proposito del suo incontro con Lavrov.

Un gesto che non ha lasciato spazio a interpretazioni, sollevando una pioggia di reazioni e commenti negativi in tutto il web. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, non accade infatti spesso che un rappresentate di un Paese incontri e stringa la mano sotto i riflettori con un esponente del governo russo. Lo sgomento popolare è dovuto anche al fatto che Sergey Lavrov è considerato uno degli uomini più vicini a Putin, nonché uno dei principali sostenitori della campagna in Ucraina. Questo aspetto non ha fatto altro che aggravare l’indignazione nei confronti dell’atteggiamento di Cassis.

Coraggio o ingenuità?

Il tweet pubblicato dal Presidente della Confederazione, recita: «Ho invitato la Russia ad astenersi dallo svolgere i cosiddetti referenda nei territori occupati dell’Ucraina. Anche la Svizzera è molto preoccupata per qualsiasi minaccia dell’uso di armi nucleari. Neutralità e buoni uffici restano i nostri strumenti di dialogo». Da un altro punto di vista perciò, Cassis è stato uno dei pochi a comunicare direttamente al ministro russo le sue perplessità per il conflitto in atto. Ma l’iniziativa del nostro Presidente è stata soggetta non solo a critiche, ma anche ad alcune teorie del complotto. Per esempio alcuni ipotizzano che l’incontro è stata in realtà una prova che la Russia ancora custodisce beni e ricchezze nelle inespugnabili banche svizzere.

Dove ha sbagliato Cassis?

Le reazioni a proposito della stretta di mano tra Cassis e Lavrov non sono arrivate solo da utenti comuni. Sono stati anche alcuni personalità politiche a dire la loro sulla faccenda. In questo caso le critiche al Presidente non hanno a che fare con il colloquio in sé, più che altro con l’atteggiamento spensierato e sorridente nel dialogare con un funzionario criticato in tutto il mondo.
Il problema principale non è quindi stato intavolare discussioni con uno stato accusato di crimini di guerra, tanto più il messaggio che viene trasmesso alla popolazione. Secondo alcuni esperti, la delegazione svizzera avrebbe dovuto mettere in guardia Cassis sulla discrezione e sul tono necessari quando si ha a che fare con questioni così delicate e facilmente giudicabili dalla popolazione.

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