Valute: euro crolla e il franco svizzero tocca la parità. Non accadeva dal 2015

Chiara De Carli

04/03/2022

04/03/2022 - 16:38

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La risalita della moneta elvetica è iniziata mercoledì, quando i mercati hanno registrato un forte aumento degli investimenti in valute rifugio.

Valute: euro crolla e il franco svizzero tocca la parità. Non accadeva dal 2015

La partita franco svizzero-euro è ancora aperta. Ma dalle 12 di oggi, il risultato sembra attestarsi sulla parità di valuta: 1 franco svizzero vale quanto 1 euro. La risalita della moneta elvetica è iniziata mercoledì, quando – secondo gli esperti – i mercati hanno registrato un forte aumento degli investimenti in valute rifugio, ovvero franco svizzero, dollaro e yen.

L’andamento CHF-EUR

L’intensificarsi della guerra in Ucraina ha spinto la moneta svizzera ad acquistare sempre più forza sull’euro. Alle prime contrattazioni odierne il franco veniva scambiato a 1,01133 franchi per euro, quotazioni mai più registrate dopo l’abbandono nel 2015 del tasso minimo da parte della Banca Nazionale Svizzera (BNS). Stando agli analisti, il franco beneficia soprattutto della debolezza dell’euro. Ma non è il solo. Il dollaro infatti rappresenta al momento la migliore copertura e il rifugio più sicuro voluto al momento.

Euro debole

Guerra in Ucraina e prezzi sempre più elevati di materie prime continuano a mettere in discussione le aspettative di crescita economica europea. Con l’attacco alla centrale nuleare ucraina di Zaporizhzhia – la più grande in Europa – la valuta europea ha iniziato la sua discesa, arrivando a un minimo di $ 1,1008 all’inizio del commercio asiatico, il livello più debole da maggio 2020.

Valute di rifugio più forti che mai

Nella giornata di oggi anche la coppia euro-dollaro ha registrato una tra le sedute peggiori negli ultimi due anni. Fin dalle prime ore di apertura dei mercati asiatici, la moneta unica ha perso quota, arrivando a sfiorare la soglia di 1,10 dollari. Alle 11.48, l’euro era scambiato a 1,1003 dollari, con una perdita dello 0,55%, scivolato poi ulteriormente verso il basso a 1.09, fino a toccare l’1.08 delle 14.53, con una variazione del -1.56%.
Dal punto di vista del dollaro, la situazione è favorevole. L’indice di cambio è il più alto da due anni a questa parte; attualmente 1 dollaro vale 0,88 euro.

A queste condizioni, la forza del dollaro perdurerà nel tempo. A dimostrazione della prospettiva le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal presidente della Federal Reserve (Fed), Jerome Powell. Stando a Powell il mercato del lavoro statunitense è piuttosto forte e per questo mese di marzo, metteva in conto un aumento, seppur di soli 25 pb, dei tassi di interesse.

La debolezza della moneta unica europea però non è del tutto una novità. Già nel 2020, anno in cui scattava la pandemia, l’euro aveva perso il 12,5% sul dollaro, l’8% sul franco svizzero e il 10% sullo Yen. Un calo determinato dal rallentamento dell’economia mondiale e della produzione di materiali. Le esportazioni dell’Eurozona già pativano della crisi dei settori imminente.

BCE difenderà l’Euro?

Crisi delle materie prime, aumento del costo del petrolio e di gas e il perdurare della guerra in Ucraina porteranno la valuta comunitaria a soffrire nuovamente.
Chiamata in causa dunque la BCE che dovrà pianificare un intervento per rafforzare l’euro contro il dollaro. L’ultima volta che entrò nel mercato FX era il 2011. Prima di allora, nel 2000, quando furono condotti 7 interventi di acquisto di euro per un valore di 10 miliardi. Appena lanciata sul mercato, la moneta perse quasi il 30% del suo valore iniziale.

Il contesto attuale tuttavia è differente. L’euro più debole potrebbe rappresentare un problema per la BCE; l’inflazione annua è al massimo storico del 5,8% e probabilmente è destinata a aumentare, ma ancora non si parla di interventi. Questo perché – stando alle dichiarazione dell’ex vicepresidente della BCE Vitor Constancio, ll tasso di cambio non è generalmente un obiettivo della politica monetaria perché è molto difficile identificare in modo affidabile i suoi fattori trainanti.

Cosa dicono gli esperti?

Che l’andamento dell’euro punti sempre più verso il ribasso è ormai opinione comune degli economisti. Come si legge su Money.it Robin Brooks, capo economista dell’Institute of International Finance ritiene che la parità con il dollaro - un deprezzamento del 10% rispetto ai livelli attuali - potrebbe arrivare entro tre mesi.
Stando al FX Charge Forecast Mannequin di Bloomberg, la probabilitàche scenda sotto la parità con il dollaro quest’anno è salita al 9,6%. Ciò si confronta con una probabilità di appena il 2,4% in precedenza.
“Il conflitto in Ucraina e il percorso divergente di copertura finanziaria tra l’UE e la Fed stanno colpendo in modo critico l’euro. Se questo conflitto si trascina, c’è una grave minaccia che l’euro arriverà alla parità nei confronti del biglietto verde”, ha affermato Qi Gao, stratega del forex presso Scotiabank a Singapore.

Cosa farà la Banca Nazionale Svizzera?

Stando agli esperti del gruppo UBS, i prossimi aumenti dei tassi negli Stati Uniti, Ue e Regno Uniti dovrebbero portare il franco nei prossimi mesi a indebolirsi. Inoltre UBS ritiene che oltre alla Fed anche Banca Centrale Europea aumenterà i tassi d’interesse, in questo modo l’andamento della valuta svizzera subirà un rallentamento. Una strategia che metterà in pratica anche la stessa BNS.

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