Il Fmi benedice la Svizzera e la sua «economia resiliente». E invita le autorità a tenere d’occhio la fusione tra CS e Ubs

Chiara De Carli

4 Aprile 2023 - 17:13

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Nell’esito dell’esame del settore finanziario svizzero, sostiene la politica economica della Svizzera e la sua azione decisa a salvaguardare la stabilità finanziaria.

Il Fmi benedice la Svizzera e la sua «economia resiliente». E invita le autorità a tenere d'occhio la fusione tra CS e Ubs

Nonostante il contesto difficile, l’economia svizzera è resiliente. Lo ha determinato il Fondo monetario internazionale (Fmi), al termine delle consultazioni annuali con le autorità svizzere e il settore privato nell’esito dell’esame del settore finanziario svizzero. Nell’analisi sono inoltre state riportate le previsioni per il 2023, che prospettano la crescita economica in rallentamento all’0,08% e l’inflazione ancora al di sopra della soglia del 2%. Dunque, alla luce dei rischi legati alla situazione congiunturale globale e ai mercati finanziari, il Fmi ritiene che la politica di bilancio, monetaria e finanziaria perseguita dalla Svizzera sia stata adeguata. Giudica infine positiva l’azione decisa delle autorità nell’ambito dell’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs.

Cifre nere nonostante il rosso della Bns

Il bilancio dei livelli statali ha chiuso nelle cifre nere, nonostante la mancata distribuzione dell’utile da parte della Banca nazionale svizzera (Bns) e le uscite supplementari nei settori della migrazione, dell’energia e della sicurezza. Questo risultato e il basso livello del debito (110 miliardi di franchi) garantiscono alla Svizzera il margine di manovra necessario per poter eventualmente adottare misure di sostengo mirate in caso di grave recessione. Il maggior fabbisogno finanziario della Confederazione previsto a medio termine richiede disciplina di spesa e il mantenimento delle entrate fiscali.

L’inflazione giustifica l’aumento dei tassi

Il Fmi ritiene inoltre che l’inasprimento della politica monetaria sia stato giustificato dalle pressioni inflazionistiche. La Bns deve agire sulla base di dati concreti e prendere in considerazione ulteriori aumenti dei tassi d’interesse se la pressione inflazionistica non dovesse attenuarsi. Simili interventi potrebbero limitare le previsioni inflazionistiche, anche se l’inflazione dovesse persistere.

Caso CS: sono mancati i controlli interni

Secondo la delegazione del Fmi, il crollo di CS sia dovuto ai mancati controlli interni e al fallimento della gestione del rischio, alle ripetute violazioni del diritto in materia di vigilanza, alle perdite economiche e, in definitiva, al deflusso di fondi degli investitori. Dunque le autorità hanno agito in maniera decisa per salvaguardare la stabilità finanziaria ed evitare ripercussioni sul settore bancario a livello mondiale. Auspicano che le autorità seguano attentamente la fusione di Ubs e Credit Suisse, anche nell’ottica delle ripercussioni sulla concorrenza interna. Da questa vicenda andrebbero tratte le dovute lezioni: per quanto riguarda la regolamentazione e la vigilanza sui mercati finanziari. Il riesame della normativa «too big to fail» per le banche di rilevanza sistemica è importante anche sul piano internazionale. La stabilità finanziaria deve mantenere la priorità assoluta e l’evoluzione dei prezzi del mercato immobiliare va tenuta sotto controllo.

Le interruzioni globali minacciano anche la Svizzera

La delegazione del Fmi si è inoltre espressa sulla politica perseguita dalla Svizzera nella garanzia dell’approvvigionamento energetico e nella gestione delle conseguenze del cambiamento climatico. Ha commentato anche la situazione sul mercato del lavoro e lo stato di avanzamento delle riforme nell’ambito della previdenza per la vecchiaia. Le interruzioni delle catene del valore globali graverebbero sulle previsioni di crescita di un’economia aperta di medie dimensioni come quella svizzera. Il Fmi intravede vantaggi nel proseguimento di relazioni ordinate con l’Ue.

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