L’economia ticinese fa i conti con l’invecchiamento della popolazione. Ecco l’analisi di Credit Suisse

Chiara De Carli

26/09/2022

26/09/2022 - 11:28

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A preoccupare anche il nuovo accordo, tra Svizzera e Italia, che farà diventare il Ticino meno attrattivo dal punto di vista fiscale per lavoratori italiani.

L'economia ticinese fa i conti con l'invecchiamento della popolazione. Ecco l'analisi di Credit Suisse

Credit Suisse ha presentato lo studio regionale sul Canton Ticino, nel quale ha messo nero su bianco l’analisi della situazione economica, alla luce dei cambiamenti registrati negli ultimi anni. Nell’ultima ricerca, gli economisti hanno analizzato i diversi aspetti dell’economia regionale, come lo sviluppo di settori economici, aziende e occupazione, i fattori di attrattiva residenziale, la crescita demografica e il mercato immobiliare. Con uno sguardo allargato, per la prima volta, alle vicine regione grigionese e della Mesolcina.

L’economia diversificata del Canton Ticino

Nel corso dell’ultimo decennio, il Ticino ha affrontato degli anni difficili. Complicati da diversi fattori, come l’abolizione della soglia minima di cambio con l’euro, l’abbandono del segreto bancario, l’iniziativa sulle residenze secondarie e da ultimo, la recente pandemia da coronavirus. Tutti eventi che hanno segnato e pesato sull’economia del Cantone, ridimensionando attività economica e occupazione e coinvolgendo soprattutto i settori finanziario, commerciale e industriale. Altri segmenti, invece, hanno assistito a una crescita importante: sanità, istruzione, servizi alle imprese, commercio all’ingrosso, trasporti e logistica, tecnologie dell’informazione e della telecomunicazione, farmaceutica e tecnologie medicali. Le due situazioni hanno mostrato una spiccata diversificazione dell’economia ticinese che, stando a quando diffuso dall’istituto, si sta rivelando un vantaggio per uscire da un periodo difficile e innescare un riassetto della struttura economica.

Ticino più vicino alla Svizzera grazie ad AlpTransit

Il completamento della nuova ferrovia transalpina (AlpTransit) ha portato ad un avvicinamento del Ticino ai centri di oltre Gottardo, anche se resta da fare per quanto concerne i raccordi a livello internazionale. Il passo avanti nella mobilità all’interno del Cantone grazie alla galleria di base del Ceneri è stato alla base di un avanzamento di nove posizioni della regione di Bellinzona nella classifica della qualità della localizzazione, pur restando inferiore alla media, come le regioni di Locarno, Tre Valli e Mesolcina. Le regioni del Sottoceneri, Lugano e Mendrisio, raggiungono invece valutazioni nella media svizzera. A livello di attrattiva fiscale il cantone si posiziona in modo favorevole per le persone fisiche, l’onere fiscale per le imprese è invece superiore alla media. Negli ultimi anni, caratterizzati da forti cambiamenti a seguito della riforma dell’imposizione delle imprese (RFFA), il cantone ha registrato un deterioramento della sua posizione relativa, ritrovandosi fra i cantoni con l’onere fiscale più elevato. Dopo un primo passo con effetto dal 2020, la strategia fiscale cantonale prevede un’ulteriore diminuzione dell’aliquota dell’imposta cantonale sugli utili, che entro il 2025 raggiungerà il 5.5%, dall’attuale 8%. Il Cantone sfrutta inoltre ampiamente le possibilità offerte dagli strumenti fiscali introdotti con la RFFA e rimane attrattivo in un confronto internazionale.

Sempre più specializzato

Si osserva uno spostamento verso settori a forte creazione di valore, con nuove specializzazioni in campo farmaceutico, delle tecnologie medicali e delle scienze della vita, sostenute dall’istituzione della facoltà di scienze biomediche all’Università della Svizzera Italiana e dal polo di ricerca di Bellinzona. Si sta sviluppando anche l’high tech, con droni o blockchain. L’avanzamento del Cantone in termini di capacità di innovazione e l’aumento della produttività registrato negli ultimi anni (+ 4.9% tra il 2011 e il 2019), rispecchiano questo mutamento strutturale. Con un valore aggiunto lordo per occupato di CHF 157’800, la produttività in Ticino rimane tuttavia ancora inferiore alla media nazionale, pari a CHF 170’800.

Penuria di manodopera: il Ticino per ora meno colpito

A metà del 2021, l’occupazione ha ritrovato in Ticino il livello di pre-pandemia e la disoccupazione, con un tasso del 2.4%, si situa attualmente al di sotto dei valori del 2019. A differenza di quanto osservato in altre regioni del Paese, il numero di posti vacanti non ha tuttavia raggiunto livelli record e le aziende ticinesi denotano al momento minori difficoltà nel reclutamento di nuovi collaboratori. La possibilità di accedere al bacino di manodopera di oltre frontiera si rivela un vantaggio da questo punto di vista. A medio termine le cose potrebbero tuttavia cambiare. Nel contesto del nuovo Accordo sui frontalieri tra Svizzera e Italia, che deve tuttavia ancora essere approvato dal parlamento italiano, il Ticino dovrebbe in futuro diventare meno attrattivo dal punto di vista fiscale per lavoratori italiani. A questo si aggiunge il fatto che nel corso di questo decennio, l’ondata di pensionamenti della generazione dei Baby-Boomer prenderà forza. Secondo le nostre stime, in Ticino il numero di giovani che entrano sul mercato del lavoro già oggi non è più sufficiente per compensare l’uscita di chi va in pensione. Il Cantone anticipa in questo contesto l’evoluzione a livello nazionale.

Invecchiamento della popolazione

Il Ticino è uno dei cantoni con il più alto tasso di invecchiamento in Svizzera. Misurato in base all’indice di dipendenza degli anziani, il cantone a sud delle Alpi è addirittura la regione con la popolazione più anziana della Svizzera. Dall’inizio del millennio, la dinamica demografica nel Canton Ticino si è inoltre gradualmente indebolita, passando addirittura a tassi di crescita negativi nel 2017. Se il Ticino già dal 2012 registrava un saldo naturale negativo, vale a dire un numero di decessi superiore a quello delle nascite, la ragione principale della rottura demografica a metà dello scorso decennio è stata la forte diminuzione dell’immigrazione, in particolare dei flussi migratori internazionali. Il declino demografico non è tuttavia necessariamente un fenomeno irreversibile. Dati provvisori per il 2021 mostrano una ripresa della crescita demografica grazie ad un miglioramento dell’apporto migratorio dall’estero, ma anche, per la prima volta da lungo tempo, dal resto del Paese. Il fatto che la pandemia abbia modificato le nostre abitudini di vita e di lavoro e incrementato il desiderio di un rifugio sicuro potrebbe giovare al Canton Ticino in questo contesto.

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