La Svizzera è senza assistenti nelle case di riposo: nel 2029 mancherà il 26% del personale

Matteo Casari

19 Settembre 2022 - 16:38

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La disparità di distribuzione degli assistenti sanitari nei vari settori è ormai un problema rilevante. Il personale che abbandona le cure di lunga durata è sempre di più, non bastano i provvedimenti presi finora.

La Svizzera è senza assistenti nelle case di riposo: nel 2029 mancherà il 26% del personale

Gli infermieri in Svizzera non bastano. E’ stato calcolato entro il 2029 servirà il 26% in più di personale nelle case di riposo e per anziani, e il 19% nello Spitex, ossia nelle cure a domicilio. Nel settore "acuto" - come ad esempio chirurgia, ginecologia, neonatologia e pediatria - l’aumento della domanda sarà leggermente inferiore, pari al 14%.

Questo è il quadro che emerge nel rapporto «Accento sulle tendenze» prodotto dall’Osservatorio svizzero per la formazione professionale.

Il personale ospedaliero

Nel settore dell’assistenza medica di lunga durata, il fabbisogno di personale sanitario è particolarmente elevato. Nei primi anni di attività, tuttavia, un gran numero di lavoratori qualificati migra verso il settore delle cure acute, dove le opportunità di carriera sono maggiori. Lo stimolo di una formazione generalista in ambito infermieristico doveva consentire di ridurre la carenza di lavoratori qualificati, ma ciò non è avvenuto.

La mobilità che penalizza

L’ultimo rapporto della Scuola Universitaria Federale per la Formazione Professionale (SUFFP) mostra che i flussi di mobilità del personale sono in realtà unilaterali. Vent’anni fa, con la formazione come operatore sociosanitario OSS) e di infermiere diplomato, il settore sanitario aveva creato due nuove qualifiche. Uno degli obiettivi di questi corsi generalisti era quello di promuovere la mobilità e la flessibilità del personale nell’intero settore di attività professionale, per far fronte alla carenza di personale qualificato.

La formazione non basta

Tuttavia, il nuovo rapporto “Accento sulle tendenze” dell’Osservatorio svizzero per la formazione professionale (OBS SUFFP), mostra che i corsi di formazione generalista contribuiscono solo in minima parte alla richiesta di personale in tutti i settori. In particolare, sono troppo pochi gli infermieri che attualmente lavorano nell’assistenza di pazienti a lungo termine. Secondo le previsioni, entro il 2029 sarà necessario un aumento del 29% del personale infermieristico nelle case di riposo e del 19% negli Spitex. Nel settore delle cure acute, il fabbisogno sarà leggermente inferiore, pari al 14%.

La migrazione degli assistenti sanitari

I flussi di mobilità osservati nel settore dell’assistenza medica stanno andando purtroppo nella direzione opposta rispetto a quello in cui servirebbe un maggior rinforzo: molte persone qualificate passano dall’assistenza a lungo termine a quella acuta durante i primi anni di attività. Quest’ultimo campo offre profili di lavoro più variegati, nonché specializzazioni e migliori opportunità di carriera.

Come invertire la rotta?

Per modificare questi flussi non omogenei, occorre migliorare la qualità e l’organizzazione della formazione, nonché le condizioni di lavoro e le opportunità di carriera nel settore dell’assistenza a lungo termine.
L’azione sindacale delle associazioni come ASI, Unia, VPOD e Syna è volta a riformare il settore dell’assistenza medica, in particolare quella per cure a lungo termine, la quale sta vivendo una forte crisi migratoria del personale. nei giorni scorsi le associazioni sindacali hanno infatti proposto cinque misure immediate per combattere questa problematica, oltre che a una manifestazione a Berna nei prossimi mesi.

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