Pil, crisi energetica, emergenza alimentare e delle materie prime: l’analisi di Credit Suisse

Matteo Casari

08/09/2022

08/09/2022 - 11:34

condividi
Facebook
twitter whatsapp

La crisi energetica in Europa sta toccando picchi preoccupanti, causando un’inflazione sempre più pesante nell’eurozona.

Pil, crisi energetica, emergenza alimentare e delle materie prime: l'analisi di Credit Suisse

Non è passato molto tempo da quando la pandemia COVID-19 ha colpito le economie di tutto il mondo. Oggi l’economia intrnazionale è alle prese con le tensioni geopolitiche che hanno fatto impennare i prezzi dell’energia e dei beni di consumo. Credit Suisse ha reso pubblica un’analisi dell’attuale scenario energetico, servendosi di analisti ed economisti esperti per valutare le potenziali conseguenze ai danni della Svizzera. Il Paese spesso si dimostra un caso a parte grazie alla solidità della sua economia, anche se tuttavia non è da considerarsi immune da questi eventi. La solida qualità del credito delle società si esprime in politiche finanziarie piuttosto conservative e in una sana liquidità, come dimostrato dall’ottima gestione delle tendenze inflazionistiche.

La visione della recessione in Europa

La guerra e le pesanti sanzioni contro la Russia hanno provocato una carenza di energia, portando molte aziende e governi a non acquistare più petrolio e gas russo nella stessa misura di prima. Mentre i prezzi del petrolio si stanno nuovamente calmando, i prezzi del gas e dell’energia rimangono elevati a causa della scarsità dell’offerta e dei conseguenti maggiori costi di trasporto. Ciò ha stimolato l’inflazione in tutto il mondo, in particolare in Europa, Regno Unito e Stati Uniti, indebolendo il potere d’acquisto e i consumi dei cittadini. Le banche centrali hanno ulteriormente ristretto le politiche monetarie, frenando la crescita economica.

Le previsioni di Credit Suisse per il PIL

Gli economisti di Credit Suisse prevedono una crescita del PIL mondiale del 2,7% nel 2022 e dell’1,7% nel 2023, con una probabile recessione in Europa e nel Regno Unito. In Svizzera, le solide condizioni del settore aziendale e le riserve finanziarie delle famiglie dovrebbero fungere da scudo contro questa situazione, tuttavia non senza risentire di questo scenario.

A rischio la fornitura alimentare

In una ricerca separata pubblicata all’inizio di quest’anno, gli economisti di Credit Suisse hanno concluso che il sistema alimentare globale sta affrontando la più grande crisi degli ultimi dieci anni. La sicurezza alimentare e l’accessibilità economica erano già danneggiate prima della guerra tra Russia e Ucraina. Quando questa è iniziata, nel febbraio 2022, molti Paesi stavano ancora affrontando le conseguenze della pandemia. La siccità e le interruzioni della catena di approvvigionamento legate alla COVID hanno messo a dura prova le forniture alimentari in molti Paesi. Ora la crisi si è aggravata dato che la Russia e l’Ucraina rappresentano una quota indispensabile dell’approvvigionamento globale di oli di semi, grano, orzo, mais e fertilizzanti artificiali.

Una crisi arrivata prima del previsto

La carenza di materie prime e l’aumento dei prezzi rendono la fornitura di energia una preoccupazione centrale, nell’attuale contesto di crisi energetica di vasta portata e impatto. Le carenze energetiche ostacolano i trasporti e la produzione ad alta intensità energetica, fanno salire i prezzi, ostacolano la mobilità e minacciano quelle che gli analisti di Credit Suisse considerano beni e servizi base per i consumatori, come il riscaldamento, l’uso di elettrodomestici, i trasporti pubblici, gli ospedali e molto altro. La crisi energetica è iniziata ben prima dell’inizio della guerra tra Russia e Ucraina e doveva essere affrontata da tempo, data la natura limitata dei combustibili fossili e l’impatto sul clima. Ora i recenti eventi e le sanzioni alla Russia hanno reso le preoccupazioni energetiche una crisi semplicemente più immediata del previsto.

In Svizzera c’è da preoccuparsi?

La Svizzera non è immune alla crisi del gas in Europa. Secondo gli economisti di Credit Suisse, sebbene la Confederazione sia meno vulnerabile a una carenza di gas rispetto ai suoi vicini europei, non è affatto protetta dall’aumento dei prezzi e dal razionamento. In caso di interruzione completa delle forniture di gas russo o di un aumento prolungato del prezzo del gas a 200 euro per megawattora, gli analisti di Credit Suisse ritengono probabile un’interruzione della produzione di elettricità. Inoltre, gli effetti secondari attraverso le catene di approvvigionamento potrebbero avere un impatto negativo sui settori chimico e farmaceutico, fiori all’occhiello dell’economia svizzera, nonché sull’industria meccanica, elettrica e siderurgica.

Iscriviti alla newsletter

CAMBIO EURO/FRANCO SVIZZERO

-

-

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.