Come reagiscono gli svizzeri all’inflazione? L’inchiesta

Chiara De Carli

22/07/2022

22/07/2022 - 11:17

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Più della metà della popolazione calcola un aumento dei prezzi tra il 2 e il 5% da qui alla fine dell’anno.

Come reagiscono gli svizzeri all'inflazione? L'inchiesta

Ci si rende conto dell’aumento dell’inflazione quando, per esempio, al supermercato il contro della spesa diventa più salato, passando dai consueti 200 franchi a 220 o quando dal parrucchiere per un taglio di capelli maschile lasci 30 franchi anziché 20. Dopo tre decenni di prezzi stabili, la fantomatica e tanto temuta inflazione sta tornando a bussare alle porte. La rifuggono tutti, eppure di fronte a una domanda dei consumi aumentata esponenzialmente in seguito alla crisi pandemica, i governi sono quasi obbligati a imporla. L’obiettivo? Ridurre i consumi, sì perché a quanto pare la situazione ci è sfuggita di mano.
È così che allora, i cittadini corrono ai ripari come meglio possono. Tra le varie strategie messe in pratica per risparmiare vi è il confronto dei prezzi. Anche in Svizzera. Lo riferisce un’indagine rappresentativa svolta dall’istituto di ricerca GfK per conto di Digitec Galaxus, dal quale emerge che metà dei residenti in Svizzera ora lo fa più spesso. Inoltre, essendo la spinta dell’inflazione nel nostro Paese ancora contenuta, la divergenza di prezzi non è molto ampia, per lo meno su internet.

L’inflazione preoccupa la popolazione

Nonostante la situazione economica attuale non sembra destare troppe ansie agli esperti, per i cittadini è invece un tema che condiziona la vita quotidiana. Infatti gli intervistati dal sondaggio di Digitec Galaxus, si dicono preoccupati. Più della metà della popolazione calcola un aumento dei prezzi tra 2 e 5%. Uno su sei prevede addirittura che i tassi di inflazione supereranno il 5%. Per fare un confronto: gli esperti dell’istituto di ricerca economica KOF dell’ETH prevedono per l’anno in corso un’inflazione media del 2,6%. A giugno la percentuale era del 3,4%

Pessimisti gli anziani

I più pessimisti poi sono gli anziani: la loro memoria torna agli anni Settanta e Novanta, quando gli effetti dell’inflazione erano stati davvero ingenti. Per questo quasi un quarto di loro ritiene realistica un’inflazione superiore al 5% quest’anno. Anche le prospettive degli intervistati con redditi più bassi sono piuttosto cupe: questi ultimi sono colpiti più duramente della media dall’inflazione perché il gasolio da riscaldamento, il gas, la benzina o il diesel costituiscono una parte maggiore del loro bilancio familiare. Nel frattempo, in Germania e Austria, la maggior parte degli intervistati si è rassegnata a tassi di inflazione superiori al 5%.

Come reagisce la popolazione svizzera

La popolazione svizzera reagisce all’aumento dei prezzi confrontando più spesso le offerte quando fa acquisti: una persona su due presta ora maggiore attenzione ai prezzi del carburante quando guida, cerca il volo più economico o apre una ventina di schede nel browser finché i pannolini in offerta non finiscono nel carrello della spesa.

Salari più bassi i più colpiti

L’attesa inflazione ha un’influenza particolarmente forte sul comportamento della popolazione con salari più bassi: nella Svizzera francese, 6 intervistati su 10 hanno dichiarato di confrontare più spesso le offerte. Lo stesso vale per gli intervistati con un reddito familiare mensile lordo inferiore a 7000 franchi. Oltre confine, in Germania e Austria, ben 8 intervistati su 10 confrontano più spesso i prezzi.

Almeno per quanto riguarda gli acquisti online, l’aumento dei prezzi non significa che la gamma dei prezzi si amplierà: «I prezzi degli spazzolini da denti, del cibo per gatti o dei telefoni cellulari sono così dinamici e facili da confrontare su Internet che i commercianti non possono trasferire i prezzi più alti uno a uno ai loro clienti», afferma Hendrik Blijdenstein, che in qualità di Chief Commercial Officer è responsabile degli acquisti e delle vendite di Galaxus. «Se qualcuno ci provasse comunque, rimarrebbe fermo sulla sua merce». Un’eccezione potrebbe essere rappresentata dai beni scarsi: negli ultimi mesi, ad esempio, si sono registrate forti differenze di prezzo per le schede grafiche e le console di gioco.

Non rimandare a domani gli acquisti che puoi fare oggi

14 intervistati su 100 hanno inoltre dichiarato di acquistare prima perché si aspettano un aumento dei prezzi. I giovani, gli uomini e i romandi lo fanno con particolare frequenza. Il pensiero alla base: se una confezione di barrette di muesli costa 10 franchi oggi, e forse 12 alla fine dell’anno, allora preferisco fare scorta adesso. In Germania e Austria, uno su quattro trae già queste conclusioni.

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