Caro carburanti, ma questa guerra quanto ci costa? Almeno 450 franchi a testa

Sara Bracchetti

13 Luglio 2022 - 10:55

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Non solo riscaldamento domestico: anche l’auto pesa sul bilancio familiare. Già sborsati 200 franchi in più, che a fine anno saliranno a 450 se i prezzi rimarranno quelli attuali: 2,36 franchi il diesel, 2,22 la SP 95. Ma il rischio è che lievitino ancora.

Caro carburanti, ma questa guerra quanto ci costa? Almeno 450 franchi a testa

Ѐ un numero che va a scendere con gli anni, complice il perfezionamento delle tecnologie di combustione e le automobili che tendono a ridurre sempre più i consumi, rosicchiando fino a una decina di litri l’anno. Secondo gli ultimi dati disponibili, non ancora avvelenati dai fermi dei veicoli nel periodo del Covid, la media dei consumi mensili per il carburante in Svizzera si assesta intorno agli 80 litri al mese, ripartiti fra due terzi di benzina (56) e diesel (24).

Marzo-luglio presentano il conto: +208 CHF

Che salgono a 99 litri per ogni economia domestica in Ticino, il Cantone che in misura maggiore dipende dall’auto: il 50% in più, per esempio, di Zurigo, dove i litri sono "solo" 63. Facile intuire, a questo punto, come sia da queste parti che si pagherà il prezzo più alto di una guerra che ha fatto lievitare i costi del carburante. La stima è addirittura di 450 franchi in più nel 2022, ripartiti sull’arco di dieci mesi marzo-dicembre.

Benzina a 1,77 franchi: era solo gennaio

Perché non c’è solo la spesa, incisiva, del riscaldamento della casa. C’è anche quella, non irrilevante, dei trasporti, penalizzati in modo significativo dalle ostilità in Ucraina. Non mentono i numeri, forniti con precisione certosina dal Touring club svizzero. Primo giorno di gennaio, anno 2022: un litro di benzina senza piombo 95 costava 1,77 franchi, un litro di diesel 1,82 e un litro di senza piombo 98 veniva 1,86 franchi. Mercoledì 2 marzo, due giorni dopo l’inizio del conflitto: la soglia dei due franchi già veniva superata. Diesel e SP98 erano a 2,01 franchi, la SP95 a 1,92, sotto i due franchi ma ancora per poco. Il venerdì era già a 1,98, il lunedì successivo, 7 marzo, a 2,03.

Sotto i 2 franchi non si scende più

Ѐ il 7 marzo la data del discrimine, dopo la quale i prezzi non smettono più di crescere - salvo oscillazioni poco percettibili nei portafogli dei clienti. Il 9 marzo siamo già a 2,23 franchi per la SP95, 2,32 per la SP98 e 2,35 franchi per il diesel. La situazione lievemente rientra: il 2 aprile siamo rispettivamente a 2.08 franchi la SP95, 2,17 franchi la SP98 e 2,24 il diesel. Prezzi analoghi all’inizio di maggio, ma nel prosieguo del mese comincia la risalita. Il 2 giugno la SP25 arriva a 2,24 franchi, la SP98 a 2,33 e il diesel a 2,30. Il 16 giugno rispettivamente 2,31, 2,42 e 2,40. Poi perde progressivamente qualche centesimo, fino ad arrivare all’8 luglio, ultimi dati Tcs disponibili, e ai 2,22 franchi della SP95, 2,36 di SP98 e diesel.

Il Ticino ha già speso 1091 franchi invece di 883

Tradotto? Finora, in Canton Ticino, la media parla di 1.091 franchi spesi nei cinque mesi di marzo-luglio, ripartiti fra diesel e l’opzione, meno cara e più ottimistica, della benzina SP95. Vale a dire circa 208 franchi in più di quando ogni economia domestica avrebbe sborsato mediamente (883 franchi) se i prezzi fossero rimasti quelli di gennaio, quando la guerra Russia-Ucraina era magari solo una minaccia nelle menti del potere.

Le stime al 31 dicembre, aspettando il peggio

Ferma restando così la situazione, da agosto al 31 dicembre si aggiungeranno altri 1.126 franchi, cioè 242 franchi in più di quanto si sarebbe mediamente speso senza la guerra. Totale: 450 franchi che, in questo 2022, sarebbero potuti rimanere nelle tasche dei ticinesi. Ma il rischio è che il bilancio si riveli anche peggiore, qualora diesel e benzina dovessero proseguire la scalata.

In Svizzera si consuma (e spende) un po’ meno

La media elvetica è lievemente più modesta: grazie a regioni dove si predilige l’utilizzo della bicicletta o dei mezzi pubblici, e dove il consumo di carburante è al di sotto degli 80 litri al mese, la spesa marzo-luglio è stata di 881 franchi, 168 in più rispetto ai 713 franchi di un’annata normale, che a fine anno saranno +364 franchi.

Nei guai seri le famiglie con figli grandi: +728

A passarsela peggio sono le famiglie con figli: a fronte di 120 litri al mese consumati da una coppia con due figli, il rincaro ammonta attualmente a 252 franchi, destinati a salire ad almeno 546 franchi in più entro la fine del 2022. Il quadro peggiore è per le famiglie con almeno un figlio oltre i 20 anni, dunque con licenza di condurre, che consumano di media 160 litri al mese: fanno 336 franchi oltre il solito alla data attuale, 728 in più stimati al 31 dicembre.

Il fenomeno del pendolarismo al contrario

Il tutto mentre il Paese invoca fin dall’inizio interventi di Stato e l’esecutivo puntualmente latita, opponendo motivazioni ufficiose fra le più diverse. L’invito a seguire l’esempio dell’Italia, che sconta alla pompa i 30 centesimi delle accise, è rimasto inascoltato nella Confederazione, con danni per i bilanci familiari e anche per le pompe di carburante nelle zone di frontiera. Qui le vendite negli ultimi mesi sono crollate a causa di un pendolarismo al contrario nei rifornimenti, con gli automobilisti svizzeri a far la coda verso le stazioni della Lombardia.

Anche l’Italia ormai è troppo cara: 2,21 euro

Un trend che però pare essersi lievemente attenuato, a causa di un incremento generalizzato dei prezzi che ha portato le tariffe oltreconfine al di sopra dei 2 euro: l’11 luglio alcuni distributori del comasco esponevano prezzi di 2,21 per la senza piombo e 2,19 per il diesel. Il provvedimento deciso dal governo italiano è inoltre in scadenza: il 2 agosto potrebbe cominciare un’altra storia.

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