La Bns non molla la presa: rialzo da 50 punti base. Thomas Jordan: «Preparatevi a nuovi aumenti»

Chiara De Carli

23/03/2023

23/03/2023 - 10:56

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Il tasso guida è stato portato all’1,5%. Riviste anche le previsioni sull’inflazione e sul pil, rispettivamente al 2,6% e all’1,1% entro fine anno.

La Bns non molla la presa: rialzo da 50 punti base. Thomas Jordan: «Preparatevi a nuovi aumenti»

«La stabilità dei prezzi è e rimane l’obiettivo principale della Banca nazionale svizzera». Nonostante «la settimana scorsa abbiamo assistito a un’erosione della fiducia nei confronti di Credit Suisse». Ha aperto così la conferenza stampa il presidente della Banca nazionale svizzera (Bns) Thomas Jordan, nella quale ha poi annunciato che l’istituto ha deciso di optare per un aumento dei tassi di interesse di 0,5 percentuali, portando il costo del denaro all’1,5%.

Politica monetaria

L’aumento di 50 punti base è stato deciso per contrastare «la pressione inflazionistica nuovamente cresciuta». E ha aggiunto: «Non è da escludere che potranno rendersi necessari ulteriori rialzi del tasso di interesse per garantire la stabilità dei prezzi a medio termine». Per quanto riguarda il mercato dei cambi, al fine di assicurare condizioni monetarie adeguate, «ribadiamo la nostra disponibilità ad agire all’occorrenza». «Da alcuni trimestri, sono le vendite di valuta estera ad avere preminenza».
La modifica del tasso di interesse entrerà in vigore domani 24 marzo 2023. Gli averi a vista detenuti dalle banche presso la Banca nazionale verranno remunerati fino a un determinato limite al tasso guida Bns dell’1,5%, quelli eccedenti tale limite all’1,0%. Pertanto a questi ultimi continuerà ad applicarsi una riduzione di 0,5 punti percentuali rispetto al tasso guida Bns.

Previsione sull’inflazione

Dall’inizio dell’anno l’inflazione è tornata a salire attestandosi in febbraio al 3,4%, nettamente al di sopra dell’area che la Banca nazionale assimila alla stabilità dei prezzi. Incremento dovuto principalmente al rincaro dell’elettricità, dei servizi turistici e dei generi alimentari. Tuttavia, gli aumenti di prezzo sono ormai diffusi su ampia scala.
La nuova previsione condizionata di inflazione della Banca nazionale si basa sull’assunto che il tasso guida Bns rimanga pari all’1,5% lungo l’intero orizzonte previsivo.

previsione inflazione
grafico Bns

I più forti effetti di secondo impatto e l’ulteriore pressione inflazionistica proveniente dall’estero fanno sì che la nuova previsione fino a metà 2025 risulti più elevata rispetto a quella formulata in dicembre, nonostante l’innalzamento del tasso guida. Secondo la nuova previsione, l’inflazione si situa ora nella media annua al 2,6% per il 2023 e al 2,0% per il 2024 e il 2025. Alla fine del periodo previsivo essa si colloca al 2,1%. Senza l’aumento del tasso di interesse annunciato oggi, secondo l’istituto centrale, la previsione di inflazione presenterebbe a medio termine valori persino più elevati. Nel quarto trimestre l’economia mondiale è cresciuta solo marginalmente, mentre l’inflazione in numerosi paesi ha continuato ad attestarsi su livelli ben superiori agli obiettivi delle banche centrali. In tale contesto, queste hanno in molti casi inasprito ulteriormente la propria politica monetaria. Le prospettive di crescita dell’economia mondiale per i prossimi trimestri permangono modeste. Nello stesso tempo è probabile che l’inflazione si mantenga temporaneamente accentuata a livello globale. A medio termine, però, dovrebbe riportarsi su livelli più moderati, non da ultimo per effetto delle politiche monetarie e del rallentamento congiunturale. Questo scenario per l’economia mondiale è soggetto a rischi significativi, in particolare a causa delle recenti turbative nel settore finanziario internazionale. In Svizzera il prodotto interno lordo (Pil) ha ristagnato nel quarto trimestre. Il settore dei servizi ha perso slancio, mentre la creazione di valore nell’industria si è di nuovo leggermente contratta. Per l’intero 2022 il pil è cresciuto del 2,1%. Il mercato del lavoro si è confermato robusto e, secondo gli ultimi dati disponibili, anche il grado di utilizzo delle capacità produttive complessive dell’economia è rimasto buono. Nonostante una leggera ripresa dell’attività economica negli ultimi mesi, la crescita resterà probabilmente modesta per il resto dell’anno. Ad agire da freno sono la domanda estera contenuta e la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione. Nel complesso il pil dovrebbe aumentare quest’anno di circa l’1%. La disoccupazione dovrebbe rimanere su livelli bassi e il grado di utilizzo delle capacità produttive diminuire leggermente. Analogamente alle previsioni per l’estero, anche quella per la Svizzera è soggetta a grande incertezza. A breve termine i rischi principali sono una forte contrazione della congiuntura all’estero e conseguenze negative delle turbative nel settore finanziario globale. La crescita dei prestiti ipotecari è rimasta sostanzialmente invariata negli ultimi trimestri, mentre per i prezzi degli immobili residenziali si ravvisano segnali di un rallentamento. Sul mercato ipotecario e immobiliare permangono le vulnerabilità.

Se necessario ci saranno nuovi aumenti

Alla luce dell’analisi Jordan ha sottolineato nuovamente che «l’inflazione si attesta attualmente su valori più elevati di quelli previsti in dicembre e la pressione inflazionistica è nuovamente cresciuta, anche a causa di effetti di secondo impatto». Pertanto «il nuovo innalzamento del tasso di interesse è quindi necessario per fare in modo che l’inflazione torni a collocarsi a medio termine nell’area di stabilità dei prezzi».
E per quanto riguarda la vendita di valuta estera: «Nel quarto trimestre 2022 abbiamo ceduto a tale scopo divise per un valore di circa 27 miliardi di franchi». Una misura che «congiuntamente con l’innalzamento del tasso guida Bns» contribuisce «all’inasprimento della politica monetaria, aiutando ad attenuare l’inflazione importata». Se risulterà opportuno anche in futuro saranno vendute divise. «Viceversa, dato che l’evoluzione dell’inflazione e con essa le prospettive per la politica monetaria sono attualmente soggette a grande incertezza, ribadiamo anche la nostra disponibilità ad acquistare valuta estera qualora fosse necessario, cioè nel caso di un’eccessiva pressione all’apprezzamento sul franco».

La reazione dei mercati

Dopo una partenza in salita, a Zurigo il sentiment scivola in profondo rosso. Dopo le 10, lo SMI risulta in discesa dell’1,0% a 10’674.25 punti, con tutte le quotazioni al ribasso, fatta eccezione per Richemont in positivo dello 0,14% a 141.15 franchi per azioni. Mentre le altre sono tutte al ribasso: Sonova segna -0,14%, Nestle -0,46%,Swisscom -0,47%, Zurich Insurance -0,59%, Lonza -1,70%, Swiss Re -1,84%, Ubs -2,22%, Credit Suisse -2,09%, Swiss Life -3,76%. Il più ampio SPI è in perdita dello 0,86% a 14’001.82 punti.
Sul fronte valutario, l’euro si rafforza sul franco a CHF 0,9980 (+0,23%); poco mosso nei confronti del dollaro a CHF 0,9166 (-0,11%); mentre perde qualche punto nei confronti dello yen a 143,04 (-0,13%).

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