I prezzi energetici spingono l’inflazione. Davide Arioldi, Usi: «Anche importare costa di più»

Chiara De Carli

13/02/2023

14/02/2023 - 08:38

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«Il picco sarà raggiunto nel primo trimestre», per poi mollare la presa e tornare a scendere verso fine anno.

I prezzi energetici spingono l'inflazione. Davide Arioldi, Usi: «Anche importare costa di più»

Lo aveva già annunciato Credit Suisse qualche settimana fa e oggi ne è arrivata la conferma. L’inflazione a gennaio è aumentata e si è attestata al 3,3%, lo 0,1% in più rispetto a quanto previsto dallo stesso istituto bancario. L’aumento è dovuto soprattutto agli aumenti del prezzo dell’energia, registrati in Svizzera all’inizio del 2023.
«Se guardiamo ai dati diffusi questa mattina dall’Ufficio federale di statistica (Ust) - commenta Davide Arioldi, ricercatore dell’Istituto di Ricerche economiche (IRE) dell’Usi - si nota che l’incremento deriva principalmente dai prodotti energetici (+20% rispetto a gennaio 2022), ma anche dai prodotti importati, cresciuti del 5,2% su base annua».
Il mercato energetico risente in modo particolare dallo «stress» che in questi mesi ha appesantito il «mercato energetico», sia a livello di produzione che di distribuzione.

La Svizzera è un’isola in un contesto di inflazione elevata

Guardando poi all’inflazione dei beni importanti, per comprenderla bisogna guardare alla situazione «presente al di fuori dei confini elvetici». Nei Paesi confinanti con la Svizzera, infatti, la situazione è ben peggiore: a gennaio in Francia l’inflazione si è fermata al 6%, in Germania all’8,2% e in Italia al 10,1%.
Negli scorsi mesi, inoltre, l’apprezzamento del franco svizzero aveva contribuito a riparare l’economia svizzera. Supporto che nelle ultime settimane si è indebolito.
«Secondo proiezioni nel primo trimestre dell’anno l’inflazione toccherà il picco, per poi stabilizzarsi e tornare a scendere leggermente verso la fine dell’anno. La situazione però è altamente instabile, a causa del contesto internazionale», che ancora lascia in sospeso diverse scenari.

Incognita affitti

Nell’ultimo report, l’Ust conferma l’andamento al ribasso degli affitti, segnando una riduzione di 1 punto percentuale, passando dal 19,6 al 18,6%. Tuttavia questo parametro rimane un osservato speciale. È probabile che nei prossimi mesi le pigioni aumentino, a causa dell’aumento dei tassi di interesse previsto per marzo.
Se, come previsto, la BNS alzerà il tasso guida di altri 25 punti base, i proprietari potranno rincarare gli affitti fino al 3% in più. Condizione che - secondo Credit Suisse - comporterà nel quarto trimestre del 2023, un tasso inflazionistico più elevato rispetto alle stime.

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