Gerusalemme: aumenta la tensione, cosa succede?

Claudia Mustillo

11 Maggio 2021 - 11:09

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Negli ultimi giorni è aumentata la tensione a Gerusalemme e gli occhi del mondo hanno assistito ancora una volta a una forte escalation di violenza. Cosa succede a Gerusalemme?

Aumenta la tensione a Gerusalemme: l’aviazione israeliana ha lanciato raid contro obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza, in risposta al lancio di missili verso Gerusalemme e le città del sud di Israele, si legge sulla BBC. Il bilancio, secondo fonti palestinesi, sarebbe di 20 vittime tra cui nove bambini. Una disputa storica che preoccupa a livello internazionale sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea a causa della recente escalation di violenza.

Perché il conflitto si è riacceso a Gerusalemme?

Il conflitto ha sicuramente radici profonde e complesse, che iniziano nei primi anni del Novecento, e che a periodi alterni fanno riaccendere il conflitto. In modo particolare questo ultimo scontro ha destato la preoccupazione internazionale di Stati Uniti e Unione Europea, soprattutto dopo l’invio dei razzi di Hamas verso Gerusalemme. Non accadeva dal 2014.

Le ragioni antiche del conflitto nascono da una rivendicazione di entrambe le parti - palestinesi e israeliani - nei confronti della città di Gerusalemme, che fu divisa in due: Gerusalemme Est e Gerusalemme Ovest. La parte Est della città palestinese, mentre la parte ovest israeliana. Su questo confine, si concentra una quasi perenne guerriglia.

Questa volta però il conflitto non si è acceso sul confine, quanto piuttosto nella parte Est della città, a causa di alcuni sfratti nei confronti delle famiglie palestinesi portati avanti dagli israeliani, che rivendicano diritti sulle case.

Le espulsioni dal quartiere Sheikh Jarrah

La nuova esplosione di violenza è stata causata dall’attacco contro il quartiere storico Sheikh Jarrah, dove vivono circa 250 mila palestinesi, da parte di un gruppo israeliano, si combatte per il carattere palestinese di Gerusalemme Est, territorio occupato dalla risoluzione 242 delle Nazioni Unite, ma annesso a Israele dopo la guerra del 1967.

Il conflitto nasce dal fatto che questi stanno cercando di prendere alcune abitazioni, dove attualmente alloggiano i palestinesi, che però erano state occupate dagli ebrei prima del 1948. Il 10 maggio la corte suprema israeliana avrebbe dovuto emettere il suo verdetto legato al tentativo “legale” di espulsione di alcune famiglie palestinesi dal quartiere storico Sheikh Jarrah, la decisione è stata rinviata a causa delle recenti violenze.

La situazione preoccupa a livello internazionale soprattutto dopo il lancio di 30 razzi partiti dalla striscia di Gaza verso Gerusalemme. Un conflitto che affonda le sue radici tra politica, religione e storia e che non troverà mai una vera e propria soluzione dal momento che ogni offensiva e ogni protesta può diventare fonte di guerriglia. Una situazione sempre più tesa e complessa, come dimostra l’ultimo conflitto esploso nei giorni scorsi, dopo che ad aprile gli scontri tra palestinesi e israeliani di estrema destra erano finiti con un bilancio di almeno un centinaio di feriti.

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# Guerra

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