Produttori agricoli sottopagati? L’associazione vuole fare chiarezza. Migros e Coop sotto la lente

Matteo Casari

06/07/2023

06/07/2023 - 10:03

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I numeri dimostrano che molti agricoltori non vengono compensati adeguatamente per i loro prodotti in modo da coprire i costi. Il settore avrà ora un punto di riferimento a livello nazionale.

Produttori agricoli sottopagati? L'associazione vuole fare chiarezza. Migros e Coop sotto la lente

In Svizzera è stata da poco fondata l’associazione Faire Märkte Schweiz (FMS). L’organizzazione si batte affinché gli agricoltori siano pagati equamente per i prodotti che vendono. Alcune ricerche condotte negli ultimi anni hanno dimostrato che i produttori agricoli non ricevono abbastanza compenso, specialmente per i proventi derivanti dalla grande distribuzione. Catene come Migros e Coop sono ora al centro della polemica.

La nascita di Faire Märkte Schweiz

Faire Märkte Schweiz è composta da diversi esperti del settore, oltre che del mercato e della concorrenza. Il suo presidente è Stefan Flückiger, che per questo ruolo ha rinunciato al suo incarico di co-direttore della Protezione Animali Svizzera, come riportano i quotidiani del gruppo Tamedia. L’obiettivo dell’associazione è ottenere un equo compenso per gli agricoltori che vendono i loro prodotti alla grande distribuzione.

Tutelare gli interessi dei produttori

«Gli agricoltori non sono compensati in modo equo per i loro prodotti. I prezzi pagati non consentono un’economia sostenibile e in grado di garantire il sostentamento», scrive l’associazione. Oltre alla ricerca, alla sensibilizzazione, al dialogo e alla formazione, verrà lanciato anche un centro di segnalazione e consulenza.
«L’equità nei mercati alimentari non richiede solo relazioni alla pari con i fornitori, ma soprattutto una distribuzione equa della creazione di valore all’interno della catena di approvvigionamento», afferma Flückiger.

Situazione critica nella grande distribuzione

In una prima fase, l’associazione si concentrerà sui mercati che presentano una forte necessità di intervento. A tal fine, si stanno prendendo in considerazione anche i grandi rivenditori Coop e Migros. I giornali Tamedia scrivono che diversi studi degli ultimi anni hanno dimostrato che molti agricoltori non vengono compensati per i loro prodotti in modo da coprire i costi.
La produzione di latte ne è un chiaro esempio: secondo un’analisi dei dati contabili, nel 2020 una fattoria di valle di medie dimensioni ha ricevuto circa 61 centesimi al litro di latte. Allo steso tempo, l’azienda ha sostenuto costi non coperti per 17 centesimi per litro. Per le aziende di montagna di medie dimensioni, il prezzo al litro è stato di 60 centesimi, con costi non coperti di 44 centesimi.

Gli obiettivi dell’associazione

Per raggiungere questo obiettivo, la FMS collabora anche con gruppi di ricerca e promuove il dialogo nella società e nella politica sull’equità e la sostenibilità. L’associazione neonata coordina le attività e gestisce una piattaforma di comunicazione interattiva.
Gli agricoltori possono contattare il centro di consulenza dell’associazione. Gli esperti in materia di concorrenza e di diritto effettuano gratuitamente un esame preliminare dei casi e li trasmettono alla Commissione della concorrenza (COMCO) se vi sono indizi di violazione della legge. «E in forma anonima», come spiega il presidente della FMS a Tamedia. Sarà poi eventualmente la COMCO a decidere se avviare o meno un procedimento.

La risposta di Coop e Migros

I grandi rivenditori si sono già trovati in passato di fronte a varie critiche per aver sottopagato i produttori. Le due catene hanno di conseguenza negato l’accusa ai quotidiani Tamedia, discolpandosi anche dall’aver sottratto margini eccessivi.
Una visita al mercato di paese o a un negozio agricolo, afferma Migros, dimostra che i prodotti non sono più economici come un tempo: anche in questi contesti i beni alimentari non sono più convenienti di quelli del supermercato. Allo stesso modo, Coop sostiene che il commercio al dettaglio in Svizzera non è mai stato così competitivo come oggi. Ciò non permetterebbe di avere prezzi eccessivi nei negozi e margini di guadagno disonesti nei confronti dei produttori.

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