Scontro Big Tech-India a causa di nuovi regolamenti da parte di Narendra Modi

Claudia Mustillo

31 Maggio 2021 - 11:18

condividi
Facebook
twitter whatsapp

Duro scontro tra le Big Tech statunitensi, in particolare Facebook, Twitter e Google, e l’India. Da un lato il governo vuole adottare nuove misure per controllare la diffusione dei contenuti, dall’altro i social invocano i principi democratici. Cosa succede?

Duro scontro tra le Big Tech statunitensi, in particolare Facebook, Twitter e Google, e l’India. Al centro di questo scontro ancora una volta le questioni sul ruolo dei social media e la privacy, dal momento che il Primo Ministro Narendra Modi ha intenzione di attuare nuovi regolamenti in materia per cercare di contrastare la diffusione delle "fake news".

La situazione diventa sempre più tesa tra Silicon Valley e India a causa di una serie di azioni, sempre più ostili. Diversi investitori temono il ban che potrebbe arrivare dal Governo indiano nei confronti di Twitter e WhatsApp, come già accaduto lo scorso anno nei confronti di 57 applicazioni vietate nei confini nazionali, tra cui TikTok e WeChat.

Lo scontro nasce quando il ministero dell’Elettronica e dell’Informatica chiede di eliminare dai social network qualsiasi riferimento alla variante indiana del Coronavirus e di tutti i contenuti che criticavano la gestione del governo durante la crisi della pandemia.

I motivi dello scontro tra Big Tech e India

Se da un lato il Governo indiano ha chiesto la rimozione di contenuti “sfavorevoli” riguardo la gestione della pandemia, dall’altro lato Twitter ha apposto l’etichetta “manipulated media” su un post pubblicato da un esponente del Partito del Popolo Indiano (BJP), Sambit Patra. A seguito di questa etichetta è stata fatta un’ispezione negli uffici della piattaforma; ispezione che i vertici di Twitter hanno vissuto come una tattica intimidatoria nei confronti del social.

WhatsApp invece ha avviato un procedimento, citando in giudizio il Governo, a causa delle nuove regole sul settore tecnologico, dal momento che queste - secondo la piattaforma di messaggistica numero uno al mondo - sarebbero contrarie ai principi democratici.

Dal canto suo il Premier Modi respinge tutte le accuse e afferma come le misure in atto siano necessarie per proteggere la sicurezza nazionale, mantenere l’ordine pubblico e ridurre la criminalità, tutto questo grazie alla possibilità di agevolare l’identificazione di soggetti che diffondono “fake news”.

Tra le nuove normative che il Governo vorrebbe mettere in atto c’è anche la possibilità e l’obbligo di rintracciare l’autore primo di queste notizie. Questa possibilità, secondo Facebook, andrebbe contro la sicurezza della crittografia end-to-end utilizzata dalla piattaforma e considerata fondamentale per tutelare la privacy degli utenti.

Nonostante lo scontro diventi sempre più intenso tra Big Tech e Governo indiano le aziende auspicano di poter mantenere un dialogo costruttivo con l’esecutivo, per non rischiare di perdere l’accesso a una nazione con oltre 1,3 miliardi di abitanti. Uno dei mercati più importanti al mondo.

Argomenti

# India

Iscriviti alla newsletter