Inflazione: nel medio-lungo periodo la pandemia avrà effetti negativi sull’aumento dei prezzi

Gabriele Stentella

13 Maggio 2021 - 11:46

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Nel medio-lungo periodo la pandemia di COVID-19 potrebbe avere un effetto frenante sull’aumento dei prezzi. Nei prossimi mesi si potrebbe però registrare l’effetto contrario.

La pandemia di coronavirus influenzerebbe in maniera positiva l’aumento dei prezzi nel breve periodo, ma i suoi effetti sull’Inflazione nel medio-lungo periodo sarebbero negativi.

Questo è quanto ha riportato in un’intervista l’economista Remo Rosenau, che ricopre la carica di responsabile della divisione economica presso la Helvetische Bank. L’economista si dice anche ottimista nei confronti della Digitalizzazione, fenomeno che nel futuro rappresenterà uno dei principali strumenti per tenere a bada l’aumento dei prezzi.

COVID e Inflazione: possibile aumento nei prossimi mesi, poi stabilizzazione e calo

Nel corso del suo intervento, Rosenau ha spiegato che l’aumento nelle quotazioni delle materia prime si rifletterà negativamente sui prezzi globali, facilitandone l’aumento nel breve periodo. Stando a questa previsione, è quindi plausibile aspettarsi un ritorno dell’Inflazione positiva anche in Svizzera. In effetti, durante il mese di aprile si è registrato un aumento dell’Inflazione pari alo 0,3%, dopo ben 14 mesi in cui il livello dei prezzi era sceso o si era mantenuto stabile. Nel 2020 invece l’inflazione svizzera si è mantenuta sotto lo zero, registrando il dato più basso dal 2015 a questa parte.

A fronte di questa previsione, Rosenau dimostra tuttavia un grande scetticismo nei confronti dell’ipotesi che vede l’Inflazione cavalcante, sostenendo al contrario che l’aumento del livello dei prezzi avrà natura temporanea. L’economista si dice fiducioso nelle politiche monetarie espansive messe in campo dalle diverse banche centrali, che assieme alla Digitalizzazione terranno a bada l’Inflazione nel medio-lungo periodo.

Sul ruolo dei processi tecnologici nel post-pandemia, il parere di Rosenau si rivela molto chiaro: il progresso tecnologico renderà più efficienti le imprese, innescando una serie di meccanismi che influenzeranno negativamente gli aumenti dei prezzi.

Rosenau ha inoltre affermato che l’aumento temporaneo dell’Inflazione non dovrebbe durare più di 18 mesi e dovrebbe pertanto perdere di efficacia nel II Trimestre del 2022.

Il parere dell’esperto su criptovalute e azioni tech

Per concludere il suo intervento, l’economista ha anche espresso il suo personale parere sulle ultime performance delle azioni dei giganti del web e gli ultimi picchi positivi registrati nel mercato delle criptovalute.

Rosenau ha affermato che le azioni tech non farebbero più molta gola ad alcuni investitori, che starebbero arricchendo il loro portafoglio con titoli più tradizionali. L’economista non sembra però prospettare un rischio di bolla finanziaria del settore tech.

Sul fronte delle criptovalute invece, il parere di Rosenau è più critico. L’economista ne sconsiglia infatti l’acquisto, e si dice convinto che nel futuro prossimo le banche centrali possano offrire una propria criptivaluta agli investitori, che ovviamente non avrà le caratteristiche di quelle attualmente in circolazione. Rosenau conclude invitando i traders a non riporre troppa fiducia nel Bitcoin in quanto bene rifugio.

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